In una prima occasione, in prossimità del complesso aziendale, i militari hanno notato degli scarichi sospetti, accertando con un apposito sopralluogo la provenienza da una rete di caditoie e di pozzetti ricavati in diversi punti dell’area (sia all’interno che all’esterno), attraverso i quali i reflui venivano sversati in canali adiacenti, per poi sfociare, a loro volta, nei corsi d’acqua limitrofi.
Nel prosieguo dell’ispezione, è inoltre emerso che le varie strutture destinate a ricovero degli animali e alla mungitura erano state realizzate in via totalmente abusiva. Tra queste, anche una adibita a recinto per cavalli. Per di più, in mancanza di un idoneo sistema di smaltimento, i percolati derivanti dalla maturazione dei foraggi, ammassati in vasche di fortuna, si riversavano continuamente sul terreno.
Con analoghi artifizi venivano scaricati pure i liquami prodotti nel secondo allevamento – a neanche 5 chilometri di distanza -, in cui i Finanzieri hanno riscontrato identiche violazioni alla normativa ambientale. Le acque reflue, ben visibili sul piazzale adiacente allo stabilimento (dove formavano delle grandi pozzanghere), venivano difatti incanalate in una serie di tubature, sino a raggiungere un piccolo torrente che, più a valle, incontra il fiume Tusciano.
I due imprenditori, che dovranno intanto assicurare l’immediata bonifica ed il rispristino dei luoghi, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Salerno per smaltimento illecito di liquami, abusivismi edilizi ed abbandono di rifiuti speciali, fattispecie per le quali rischiano fino ad un anno di arresto e 26.000 euro di ammenda.