Quarta ondata covid? Tra varianti, vaccini per il fisico Battiston metà maggio numeri decisivi

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Il mese di maggio è appena iniziato e già ci si domanda se dovremo aspettarci una quarta ondata, con la diffusione delle varianti, la campagna vaccinale, i parametri fondamentali da tenere d’occhio e le riaperture progressive. A preoccupare ci sono appunto le varianti, in particolare quella indiana, anche se un caso di variante brasiliana è stato identificato a Palermo in un paziente 83enne che aveva già ricevuto la seconda dose di vaccino Pfizer.

In arrivo una quarta ondata?
Secondo quanto annunciato precedentemente dal generale Figliuolo, commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19, le inoculazioni sono arrivate a superare le 500mila dosi quotidiane. Ma ancora non è chiaro se servirà anche una terza dose di siero. La road map sulle riaperture è avviata e l’Italia è quasi tutta colorata di giallo. Per capire cosa ci aspetta da adesso in poi possiamo solo guardare i numeri. Anche perché, dopo la prima, la seconda e la terza, il timore di una quarta ondata è dietro l’angolo. Di sicuro stiamo attraversando un corrodio stretto. Per riuscire a interpretare meglio i dati, La Stampa ha chiesto aiuto al fisico nucleare Roberto Battiston, che da circa un anno studia l’andamento della curva epidemiologica in Italia.

Il dato dell’incidenza
Che si dovesse riaprire era ormai chiaro più o meno a tutti, troppi mesi di riaperture a singhiozzo hanno provocato sempre più problemi economici per molte attività, alcune delle quali rimaste addirittura ferme da più di un anno. Del resto, come aveva annunciato lo stesso premier Mario Draghi, il governo ha pensato di prendersi un “rischio ragionato”. Il dato più importante a questo punto, citato da Battiston, è quello che si riferisce all’incidenza, o prevalenza, che risulta “fondamentale se incrociato con l’indice di contagio Rt”. Come spiegato dal fisico, il fatto positivo è che “la prevalenza sta calando di circa l’1% al giorno ormai da quasi quattro settimane”, nonostante il calo sia ancora lento e vengano ancora registrati circa 438mila infetti attivi. Il calo è quindi lento ma comunque costante, basti pensare che lo scorso 13 aprile di soggetti positivi in Italia ce n’erano ben 519.220. Dopo sette giorni i numeri erano scesi di 36mila unità. “La prevalenza è ancora alta e questo continua a generare un gran numero di morti quotidiano, visto che il numero di decessi è strettamente correlato al numero di persone infette” ha tenuto a precisare l’esperto.

Rt in salita e incidenza in calo
Il quadro è ancora molto incerto. Da un lato il valore dell’Rt nazionale è leggermente salito, passando dallo 0,82 allo 0,85. Dall’altro, i numeri dell’incidenza nazionale sono invece in calo, siamo infatti passati da 152 casi settimanali per 100mila abitanti, a 146. “Il valore di Rt a livello nazionale è fermo a 0.9. Fra circa 10 giorni si vedranno gli effetti della riaperture ulteriori del 26 aprile. In questa fase si confrontano il numero crescente di persone protette grazie alla vaccinazione, e l’azione del contagio che è sempre molto intensa, come si può ricavare dal numero elevato di nuovi infetti registrato ogni giorno”.

La campagna vaccinale sembra finalmente aver preso un buon ritmo, e il numero dei soggetti vaccinati sta crescendo di circa l’1% ogni due giorni. Tra circa una settimana si sarà superato il 25% di vaccinati dell’intera popolazione. Dato a cui si deve anche aggiungere il 10% di guariti, arrivando così al 35% di protetti. “Le riaperture il 26 aprile indurranno però una crescita dell’intensità del contagio, per cui dovremmo vedere fra una settimana quali dei due effetti sarà più efficace e, soprattutto, se l’Rt aumenterà in modo significativo”. I valori dell’Rt non sono però uguali in tutte le Regioni, in molte l’Rt è infatti più basso rispetto a quello nazionale. Le zone dove si vaccina di più avranno più possibilità di evitare una quarta ondata. A preoccupare, come sottolineato da Battiston, sono quelle regioni, come la Calabria, la Basilicata, la Campania e la Puglia, che hanno un Rt vicino all’1, se non superiore. Queste rischiano che il numero degli infetti attivi si rialzi.

Cosa aspettarci: ci sono 2 effetti opposti
Su cosa dovremo aspettarci nelle prossime settimane è difficile dirlo. “Ci sono due effetti opposti che stanno agendo ed è difficile stabilire quale dei due avrà il sopravvento. Quello che possiamo però affermare è che se non ci fosse l’effetto protettivo dei vaccini e dei guariti avremmo sicuramente una forte ondata in corso, mentre invece nella maggior parte delle regioni l’infezione sta lentamente calando”.

Siamo in un corridoio stretto
La campagna vaccinale sta proseguendo bene, e per il momento il timore di una quarta ondata non ci sarebbe. Ma solo tra una decina di giorni sarà possibile capire se l’andamento positivo continuerà. Anche perché, come ha voluto giustamente ricordare Battiston, quello che vediamo adesso è l’effetto di quanto avvenuto dieci giorni fa. Quindi, quello che sta accadendo adesso lo vedremo solo verso metà maggio, con un lasso di tempo di circa due settimane. “Possiamo però affermare che stiamo attraversando un corridoio molto stretto”, ha concluso il fisico.

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