Coprifuoco, anche gli esperti si dividono: ecco i pareri di favorevoli e contrari

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Tra chi è a favore della misura e chi no, il divieto di uscire dopo le 22 è una questione che fa discutere anche il mondo scientifico. Secondo alcuni è necessario per non far ri-esplodere i livelli di contagio.

Contrario all’abolizione del coprifuoco è il professor Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’università di Padova: “L’analisi della pandemia è principalmente un problema probabilistico: è evidente che il virus si trasmette alle 8 del mattino come alle 23 di sera, ma se fai il coprifuoco si riduce la probabilità che la gente si incontri e che quindi il virus si trasmetta”

Se allentiamo le misure di restrizione, il contagio è destinato necessariamente ad aumentare. Il rischio di richiudere è molto alto”, ha recentemente affermato lo stesso Andrea Crisanti

Chi difende il coprifuoco è anche Massimo Galli, direttore della struttura di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, secondo il quale “uscire la sera è una delle quattro situazioni della giornata in cui è verosimile avere un rimescolamento di popolazione e diffusione del virus“. “Nell’arco della giornata – spiega Galli – esistono quattro condizioni che implicano movimento e il rimescolarsi della popolazione: l’andare al lavoro o a scuola, lo stare al lavoro o a scuola, il tornare a casa e l’uscire la sera”

“In tutte queste situazioni – aggiunge l’esperto – verosimilmente si hanno contatti e ci si mischia con gente diversa, con o senza precauzioni, a seconda dei comportamenti dei singoli individui”. “Le limitazioni serali servono a disincentivare i movimenti. Se non si capisce questa cosa – conclude Galli – si andrà avanti a discutere all’infinito, ma non dovrebbe esser difficile da capire. Se poi ci si vuol fare polemica politica è un’altra questione”

Anche Sergio Abrignani, componente del Comitato tecnico scientifico, è contrario al prolungamento dell’orario di libera uscita: anche se “non c’è nessun dato scientifico su cosa voglia dire tenere un’ora in più aperti o un’ora chiusi”, indicare che questa è la scelta migliore è un atteggiamento volto a mitigare il rischio

L’immunologo dell’Università Statale di Milano, su cosa implichi tenere aperti ristoranti e bar un’ora in più la sera, ha precisato: “Non esiste un dato scientifico, come nel 99% delle cose che ci hanno interessato di questa pandemia e che sono state decise sulla base di supposizioni scientifiche con la tendenza a mitigare il rischio”

Dello stesso avviso è l’epidemiologa Stefania Salmaso: “Non capisco la battaglia sul coprifuoco. Questo provvedimento è adottato in tanti altri Paesi europei e anche con criteri più stretti. Il fatto che dicono che è una scemenza non ha basi solide. Le basi le ha perché dove viene adottato ha effetto

Sulla vicenda si è espresso nei giorni scorsi anche il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco: “Bisogna aspettare ancora un po’, siamo come una molla compressa molto, se lasciamo andare tutto all’improvviso può determinare effetti pericolosi”

Il virologo ha suggerito di “andare piano e vedere man mano gli effetti delle riaperture, non cadiamo in un liberi tutti”

Una modifica che secondo la professoressa Viola “aiuterebbe il mondo dello spettacolo, duramente colpito dalle restrizioni. E non cambierebbe invece nulla dal punto di vista dei contagi, a patto che continuino i controlli”

4 Commenti

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  • Però galli ha anche sostenuto che la manifestazione per l inter nn fosse un problema.
    Si deve decidere ?

  • Si dividono un corno, l’unico sfavorevole è Bassetti quello che fino ad ora non ne ha azzeccata mezza.

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