Multiproprietà: come superare l’impasse. Suggerimento di un avvocato salernitano

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È noto che la Salernitana, almeno per le prossime settimane, vivrà sotto la spada di Damocle. L’art. 16 bis del Noif (Norme Organizzative Interne della F.I.G.C.)  dispone chiaramente: «Non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale».

A tali fini, «un soggetto ha una posizione di controllo di una società o associazione sportiva quando allo stesso, ai suoi parenti o affini entro il quarto grado sono riconducibili, anche indirettamente, la maggioranza dei voti di organi decisionali ovvero un’influenza dominante in ragione di partecipazioni particolarmente qualificate o di particolari vincoli contrattuali».

Alcuni esperti, al fine di evitare la cessione delle quote della U.S. Salernitana 1919 s.r.l. da parte di una società appartenente al figlio del Dott. Claudio Lotito (quest’ultimo Patron della Lazio), suggeriscono di costituire un trust, cioè di destinare il patrimonio (partecipazioni sociali) ad uno scopo e consentendo la gestione dello stesso ad altri soggetti diversi dal reale titolare.

È evidente che, tale operazione si rivelerebbe piuttosto debole, posto che comunque la gestione e il controllo del trust fund sarebbe pur sempre, anche se indirettamente, riconducibile al reale proprietario. Con il rischio di far storcere il naso alla F.I.G.C. con l’ inevitabile esclusione della Salernitana dal campionato di serie A.

Il dato temporale un po’ scoraggia. Infatti, il termine per la vendita della Salernitana è vicino: data 25 giugno 2021 (a pochi giorni dalla scadenza delle domande di iscrizione nella massima serie), e ad oggi l’ unica soluzione prospettata – oltre quella della vendita- è il trust. Ma la norma è abbastanza chiara. Essa esclude sia la gestione che il controllo diretto o indiretto di più società da parte di un medesimo soggetto. Divieti, questi, che non vanno aggirati. Il trust “aggirerebbe” il divieto,  posto che il potere di controllo sarebbe comunque riconducibile al reale proprietario.

E allora per quel poco tempo che resta, qualora non si voglia vendere, occorre trovare una soluzione che non aggiri i suddetti divieti, ma che – anzi – soddisfi le prescrizioni delle norme federali.

La soluzione potrebbe essere, in questi termini, la creazione di una fondazione, con la quale il fondatore (Lotito) si spoglia, in modo definitivo, della disponibilità dei beni che destina allo scopo (di pubblica utilità) e, allo stesso tempo, non concorre nella loro amministrazione. Risolti i problemi di proprietà e gestione.

Tuttavia, non si può escludere la validità di un atto di fondazione che, fermo restando lo scopo di pubblica utilità proprio dell’ente (e dunque un divieto della distribuzione degli utili), preveda che una data percentuale degli avanzi attivi del bilancio annuale sia devoluta agli eredi del fondatore, purché la percentuale da devolvere a costoro non sia tale da pregiudicare la realizzazione dello scopo dell’ente.

Se da un lato, attraverso la fondazione, ente autonomo e proprietario dei beni destinati, sarà necessario perseguire uno scopo di pubblica utilità; dall’altro lato, non è escluso che la fondazione possa, persino, esercitare un’attività economica (imprenditoriale) o detenere la titolarità di partecipazioni in società. Sussiste, infatti, una differenza ben netta tra scopo e attività della fondazione.

La fondazione potrebbe risolvere il problema della proprietà dei beni essendo l’ente l’unico titolare degli stessi (si tratterebbe di una forma maggiormente più forte ed evidente della separazione patrimoniale, consistente in una vera e propria autonomia patrimoniale).

Anche il problema divieto della gestione (persino indiretta) e del controllo, dettato dall’art. 16 bis, sarebbe del tutto risolto attraverso lo strumento della fondazione.

Infatti, il fondatore (Lotito) perderebbe qualsiasi potere di gestione e controllo dell’ente. La gestione è affidata esclusivamente agli amministratori. Questi ultimi sarebbero i soli arbitri della gestione: essi determinano a proprio piacimento i criteri che ritengono più opportuni per l’amministrazione del patrimonio e per la sua destinazione allo scopo e ad essi soltanto è affidata l’esecuzione del negozio di fondazione. Il fondatore non può, come non possono i suoi eredi, ingerirsi in alcun modo nell’amministrazione.

Il controllo è poi affidato all’autorità governativa. Si badi, però, tale potere, per quanto penetrante, si risolve in un mero controllo di legittimità. L’autorità governativa non può intervenire fino a quando gli amministratori non abbiano violato lo statuto o la legge o non abbiano agito in difformità dello scopo della fondazione.

La fondazione è espressione di autonomia privata e, par tale ragione, i poteri dell’autorità amministrativa, di cui all’art. 25 cod. civ., non possono spingersi fino al controllo del merito o al controllo sulla mera opportunità delle determinazioni o gestionale o di indirizzo, che sarebbero incompatibili con l’autonomia privata dell’ente fondazionale.

Si ritiene, quindi, che – a salvaguardia degli interessi della società sportiva, di interessi della collettività e anche del fondatore (Sig. Lotito) – la fondazione potrebbe essere lo strumento più adatto alla conservazione degli assetti societari e della proprietà.

Si badi, negli ultimi decenni, si sono conosciuti modelli alternativi alla tradizionale di fondazione di erogazione (grantmaking foundation), come la fondazione operativa (operating foundation) che persegue il suo scopo direttamente, avvalendosi della propria organizzazione. Tra questi ultimi modelli, la prassi notarile ha “creato” anche le fondazioni “aperte”, in cui è possibile partecipare in momenti successivi rispetto a quello della costituzione dell’ente, caratterizzate quindi dalla presenza di aderenti successivi, anche enti pubblici, che decidono di condividere, mediante le loro contribuzioni, un progetto intrapreso in precedenza da altri.

Ebbene proprio a quest’ultima fondazione, quella partecipata, potrebbe farsi ricorso al fine di soddisfare non solo quanto prescritto dall’art. 16-bis NOIF, ma anche gli interessi di chiunque voglia (come imprenditori del territorio o enti pubblici) partecipare alle attività della fondazione e, quindi, dell’attività calcistica.

Ora è il momento. Riflettiamoci bene.

AVV. D.F.

21 Commenti

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  • mi sembra di capire che grosso modo si ricalcherebbero le orme tracciate da Casillo e Aliberti, se così fosse ben venga perché all’epoca di questa finta cessione siamo stati abbastanza fortunati in quanto Aliberti non solo si era circondato di persone capaci di fare calcio ma divenne anche un tifoso della Salernitana che non volle piegarsi al sistema calcio di allora e fu radiato dal campionato insieme alla sua e alla ns SALERNITANA, checchè se ne dica io l’ho vista sempre così la prima radiazione della Salernitana.

  • Deficiente delle 16:55 impara a dire grazie nella vita…. dopodiché impara a stare zitto.

  • Ho capito solo una cosa, cioè secondo l’avvocato quelli della figc hanno l’anello al naso

  • Via Fabiani da Salerno non ti bastano tutte le supercazzole che hai scritto in questi anni?

  • Facesser a squadr

    ATALANTA, CAGLIARI, FIORENTINA, GENOA, MILAN, INTER, JUVENTUS, ROMA, LAZIO, SAMPDORIA, SASSUOLO, NAPOLI, UDINESE, TORINO, SPEZIA, EMPOLI, BOLOGNA, VERONA, SALERNITANA E UNA RA VENEZIA E CITTADELLA…

    MA CHI RETROCEDE SCUSATE IL PROSSIMO ANNO????

  • Bisogna vendere subito e dare la possibilità alla nuova società di investire immediatamente e senza condizionamenti altrimenti si ci trascineremo questa storia per mesi vanificando tutti gli sforzi fatti in questi anni. Lotito grazie per tutto quello che hai fatto ma adesso non trascinarci nei casini.

  • l’ho già scritto in altro blog…e sennò mi telefonassero che glielo spiego a gratis ^__^

  • Rocky, taci stupido e spera che non ti rovinino la promozione, lecchino!

  • Per 23:13…. ma lecchino di chi? Allora ho ragione che sei un demente. Lotito non è uno sprovveduto, lo ha dimostrato. E te lo ripeto, impara a dire grazie.

  • Ti piacerebbe che non iscrivono la squadra alla serie A???magnat o limon!!!!

  • Ecco qua, salerno style, in serie a e mo ci vottano fuori, siamo proprio carnevali

  • In risposta alle insolenti affermazioni del signor Rocky.
    Io ringrazio sentitamente Lotito e Mezzaroma per il raggiungimento DI questi importanti e rari risultati sportivi, nonostante le numerose offese ricevute dai noi tifosi in questi anni. Ora, però, le regole e il buon gusto impongono che debba passare la mano. Si è tifosi della Salernitana e non di presidenti, proprietari e DS.

  • Per rocky & company: io ringrazio ma non dimentico le continue offese dei signori! Voi non avete dignità e vi accontentate dei risultati!

  • Per Salernitano delle 10:54…. ma non semplificare tutto dicendo che ora devono “passare la mano”. Non è una compravendita di una macchina che in 48h si porta tutto a termine. Ripeto, Lotito non è uno sprovveduto ne uno scappato di casa…. saprà giocarsi bene le sue carte e andar via da Salerno con il suo bottino (come giusto che sia)….. Tutto ciò purtroppo richiederà tempo.

  • Intanto, oltre a questo problema da poco della proprieta’, bisogna allestire anche una squadra da Seria A per il nuovo campionato.
    Il prossimo anno la salvezza ce la giochiamo tra:
    EMPOLI, CAGLIARI, SPEZIA, TORINO, VERONA, SALERNITANA E VENEZIA.
    Mini campionato a parte, 3 retrocessioni tra queste 7 squadre.

  • Questa si che è una risposta sensata la tua, Rocky. Si chiami come si vuole, comunque devono passare la mano. Forza Salernitana, sempre.

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