Rezza (ISS): Variante indiana più contagiosa ma sudafricana preoccupa per lo sfuggire a varianti

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L’efficacia della campagna vaccinale sulla popolazione più anziana sta dando i suoi frutti: lo mette in evidenza il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa al ministero della Salute sull’analisi dei dati del monitoraggio settimanale della Cabina di Regia. Un monitoraggio che ha restituito l’immagine di un’ondata in ritirata con una decrescita molto più rapida rispetto ad altri Paesi: sul nostro territorio il trend, in tutte le Regioni italiane, conferma un’incidenza in calo (da 66 a 47 casi per 100mila abitanti in una settimana) così come decresce l’età mediana di chi contrae l’infezione (39 anni) e di chi viene ricoverato (60 anni).

“Questo vuol dire che la campagna vaccinale sta dando i suoi frutti ma anche che è opportuno che le persone più giovani si vaccinino”. Un epidemia in regressione (Rt 0.72) quindi che coincide anche con la decrescita dei ricoveri in area medica.

La novità più interessante è però quella che riguarda la possibilità di riprendere il tracciamento sistematico dei casi positivi (ricordate Immuni, ndr), ancora più importante in relazione alle varianti. È infatti la capacità del virus di mutare a costituire il tallone d’achille della strategia anti Covid italiana.

“La cosa migliore è vivere alla giornata” spiege Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute. “Siamo relativamente ottimisti, abbiamo di fronte la stagione estiva ma con i virus nuovi non si possono fare previsioni. Abbiamo visto però che durante la stagione estiva i virus respiratori tendono a ridursi perché facciamo più vita all’aperto. Aumentando anche la proporzione delle persone che si vaccinano e immunizzando i giovani, dovremmo dare una botta maggiore a questo virus e affrontare l’autunno in modo migliore rispetto allo scorso anno”.

Come va la pandemia? Il monitoraggio Gimbe
Ma se la battaglia con il coronavirus è forse arrivata al punto di svolta, quello che preoccupa gli scienziati e quanto successo in Africa, Brasile e India. “Dobbiamo sperare che i Paesi a basso reddito riescano a vaccinare – argomenta Rezza – dobbiamo quindi fare in modo che ci siano i vaccini per evitare lo sviluppo delle varianti”.

Il vecchio problema delle nuove varianti
Se è vero che dal 3 giugno sarà aperta la campagna vaccinale a tutte le classi di età (fino ai 12enni grazie all’autorizzazione in arrivo lunedì dall’Aifa, ndr) e si arriverà così a vaccinare in massa i 20-40enne che spesso inconsapevolmente trasmettono l’infezione, l’idea però di un’immunità di gregge o di comunità sarà solo sfiorata. “Non è pensabile – spiega Rezza – perché il virus diventerà endemico e circolano già ora diverse varianti, tra cui l’inglese che è più infettiva ma anche la brasiliana che sta crescendo”. C’è inoltre una circolazione a bassa intensità della variante indiana e di quella nigeriana, che si mantiene al di sotto dell’1%.

Ma c’è da preoccuparsi della diffusione di queste varianti? Secondo gli studi la variante indiana – attualmente poco diffusa in Italia – mostra una trasmissibilità più elevata rispetto a quella inglese ma non sembra diminuire l’efficacia dei vaccini disponibili. La variante invece che forse può avere una riduzione dell’effetto dei vaccini è quella sudafricana, che per fortuna ancora in Italia circola poco.

Secondo gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità nell’88% dei casi la positività riscontrata è alla variante inglese, mentre la brasiliana è in lieve aumento al 7,3%. Fondamentale quindi – mentre il Paese corre veloce verso le riaperture – mantenere il tracciamento dei casi positivi per intercettare subito i nuovi focolai.

Un impegno non da poco visto che in Italia stanno tornando anche i turisti – non solo europei che possono circolare grazie al green pass – ma anche quelli d’Oltreoceano.

I primi 300 turisti e viaggiatori statunitensi sono atterrati in queste ore a Roma con i voli Covid Tested da New York ed Atlanta, allo scalo di Fiumicino. Ma a breve voli analoghi porteranno in Italia passeggeri in arrivo dagli Emirati Arabi, dal Canada mentre Alitalia tornerà a servire Tokyo.

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