Epatite C, un insidioso virus

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Tina Muscio vive a Salerno, è un’insegnante in pensione e da vari anni è impegnata come volontaria  dell’associazione EpaC onlus nella regione Campania, L’EpaC è un’organizzazione senza scopo di lucro, che si occupa di malattie del fegato ed è attiva sia a livello  nazionale che internazionale.

La sua attività di volontaria si basa su incontri con gli studenti delle scuole superiori per dare informazioni sulle modalità di contagio dell’epatite C, essendo i ragazzi inconsapevolmente a rischio per tatuaggi, piercing e trattameni estetici effettuati in ambienti non sicuri.

E’ anche membro del Consiglio Direttivo di EpaC  e partecipa come referente EpaC della regione Campania allo svolgimento di giornate di informazione e prevenzione dell’epatite C.

Dedicare il suo tempo a questo tipo di volontariato è una scelta dettata dal fatto di essere stata affetta da epatite C , ormai guarita da 5 anni.

L’epatite è un’infiammazione del fegato dovuta alla presenza del virus HCV e si trasmette attraverso il sangue.

Non dà sintomi, per cui molti, pur essendo contagiati, non lo sanno e ne vengono a conoscenza  casualmente, magari donando il sangue , o facendo degli esami di routine.

Oggi è possibile guarire dall’epatite C grazie a nuovi farmaci, gli antivirali ad azione diretta, che danno ottime possibilità di eradicazione del virus, tra il 97%e il 99%, una terapia breve, 8 o 12 settimane, con effetti collaterali minimi o spesso assenti. In futuro non ci saranno nuove molecole. Ci auguriamo la possibilità di avere un vaccino preventivo.

Sicuramente per coinvolgere le persone e far sì che decidano di curarsi è necessaria tanta informazione perché possano conoscere le modalità di contagio e soprattutto i danni irreversibili  che il virus HCV può causare nel corso degli anni al fegato, ma anche ad altri organi.

Per il 2030 si prevede la completa eradicazione del virus HCV, ma per arrivare a questa meta è necessario far emergere il sommerso, ossia trovare attraverso screening le persone inconsapevoli di essere contagiate.

A tal proposito sono stati stanziati 70 milioni di euro per screening gratuiti da fare ad alcune categorie considerate a rischio e raggiungere così l’obiettivo zero epatite C.

Le persone affette da epatite C possono stabilire dei contatti fra loro, cosa molto positiva , in quanto è importante lo scambio di esperienze personali in merito alla malattia. Ci si incontra nei convegni organizzati da EpaC, ma anche in piena autonomia.

Da oltre 1 anno non è possibile, a causa della pandemia, organizzare convegni, incontri di informazione e prevenzione, se non via web.

Tra gli anni 70 e 80 in tutto il mondo migliaia di persone furono contagiate dal virus dell’epatite C a causa di trasfusioni di plasma infetto e altri derivati dal sangue.

I danneggiati dal sangue infetto hanno ottenuto oltre agli indennizzi anche il risarcimento del danno. Purtroppo a volte la somma risarcita dal Ministero della Salute è arrivata dopo la morte della persona contagiata.

L’associazione EpaC onlus si occupa di tutte le patologie del fegato, per cui chiunque abbia un problema e voglia mettersi in contatto con EpaC, sia per avere un supporto che delle informazioni, può farlo chiamando il numero verde o tramite email.

Il futuro dell’Associazione EpaC è già presente da anni con la creazione del circuito informativo SoS Fegato, non solo epatite C, ma una attività su tutte le patologie epatiche e le comorbidità, Cirrosi, tumore al fegato, etc.

Per eventuali contatti dall’estero è possibile scrivere a info@epac.it o visitare il portale principale dell’Associazione, www.epac.it

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