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Seid sognava un mondo migliore ma non c’entra il razzismo (di E. Todaro)

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Seid Visin, il giovane etiope, adottato da genitori italiani, non si è tolto la vita perchè vittima del razzismo più becero. Altre sono le motivazioni anche se qualche organo di informazione va controcorrente e indica nel razzismo la causale del gesto estremo.

Seid sognava un mondo migliore, la politica dell’integrazione, la certezza del diritto di ogni cittadino quale che fosse il colore della pelle.

Il suo testamento morale, a leggerlo bene, da ragione alla smentita del “fattore razzismo”.

D’altra parte Seid non ha trovato ostacoli nel mondo del calcio che conta, nella danza, nel ballo.

Nella società civile che in vita ha frequentato per emergere non ha dovuto lottare contro barriere razziste.

Nelle sue riflessioni scritte prima di lasciare questo pazzo, pazzo mondo a volerle analizzare spunta il movente vero di passare a miglior vita.

Che si pratichi razzismo non v’è alcun dubbio! Sono tanti gli episodi sotto traccia di discriminazione oscurantista su persone di colore.

Personalmente ho conosciuto un giovane della Costa d’Avorio che periodicamente portava gli auricolari per non sentire parole di scherno di alcuni personaggi che insieme a lui salivano su un bus del trasporto pubblico.

Su uno dei tanti posti di lavoro un diretto superiore un giorno l’apostrofò con le parole “sporco negro”.

Un’umiliazione che lo costrinse a lasciare il lavoro seppur precario.
Questo “sporco negro” è solo al mondo! Parla correttamente l’italiano ed altre cinque lingue straniere.

E’ il solo sopravvissuto della sua famiglia trucidata dai ribelli della Costa d’Avorio. Uno dei tanti episodi di razzismo che impegna ogni persona civile a cancellare per sempre una discriminazione incivile ed antistorica

di Enzo Todaro

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