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Genova: un’altra giovane donna in rianimazione colpita da trombosi dopo vaccino

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All’ospedale di Genova, oltre alla 18enne di Sestri Levante (che versa ancora in gravi condizioni), c’è un’altra giovane donna ricoverata in terapia intensiva dopo essere stata colpita da trombosi: ad entrambe, nei giorni precedenti al malore, era stato somministrato il vaccino anti-covid di Astrazeneca. A darne notizia è la direzione dell’ospedale Policlinico San Martino. L’ultimo caso è quello di una 34enne di Savona, che si è sentita male martedì pomeriggio sul posto di lavoro e che nella notte, come recita la nota dell’ospedale, «è stata sottoposta a fibrinolisi di alcuni trombi presenti nella parte venosa del circolo epatico. Attualmente la paziente è ricoverata in terapia intensiva in respiro spontaneo». La 34enne, che si era vaccinata il 27 maggio, «è in terapia anticoagulante e verrà sottoposta a precauzionali indagini angiografiche del circolo cerebrale — dice ancora la direzione dell’ospedale —. Permanendo la situazione di basso livello ematico di piastrine nel sangue, la paziente necessita di monitoraggio presso la terapia intensiva».
Intanto è sempre molto grave, ma stabile, la ragazza di 18 anni di Sestri Levante, che dal 7 giugno è ricoverata sempre nella rianimazione del policlinico San Martino, a causa di una trombosi al seno cavernoso dopo che si era vaccinata il 25 maggio partecipando all’open day con Astrazeneca. La ragazza era stata sottoposta a un intervento di neuroradiologia per rimuovere meccanicamente il trombo e successivamente era intervenuta l’equipe neurochirurgica per un intervento volto a allentare la pressione intracranica derivante dall’emorragia. Per entrambi i casi sono state attivate le procedure di segnalazione di avvento avverso all’Aifa, che dovrà fare tutte le indagini del caso per chiarire la diretta correlazione tra vaccinazione e trombosi.

Proprio oggi, sulle pagine del Corriere, a proposito della somministrazione del preparato di Astrazeneca alle giovani donne, è intervenuta l’immunologa Antonella Viola, dell’Università di Padova: «È sbagliatissimo proporre questi vaccini ai giovani, specialmente alle donne — ha affermato (leggi qui l’articolo completo) —. Sono sempre stata convinta che non bisognerebbe darli a persone di età inferiore ai 55 anni. Per non aver dubbi basta leggere un lavoro uscito sulla rivista Science dove si spiega come man mano che si scende con l’età i rischi di ricevere questi vaccini superano ampiamente i benefici. Nei più giovani il pericolo di avere conseguenze gravi a causa del Covid è invece molto basso. Ecco perché la Francia ha stabilito di limitare i due vaccini a vettore virale agli over 55».
CORRIERE DELLA SERA

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