Salerno. Disabilità visiva, lo sport e l’aggregazione sociale per il progetto “Showdown”

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Oggi, nella splendida cornice del complesso Conventuale San Michele di
Salerno in via Bastioni, ormai quasi prossimo alla piena riapertura alla
cittadinanza nella sua nuova veste, donatale dall’importante restauro
che ha restituito l’antico splendore, ma con un’anima sottotraccia di
estrema modernità, con il dott. Antonio Piluso Presidente della
Fondazione COPERNICO ed il dott. Domenico Credendino Presidente della
Fondazione CARISAL orgogliosi anfitrioni a far gli onori di casa, si è
tenuto l’evento conclusivo del “Progetto Showdown” con i
ragazzi dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – sezione di Salerno,
promosso da Fondazione COPERNICO e ROTARY Club Salerno, e curata dai
consiglieri della Fondazione l’avv. Nicola Scarpa  e la dott.ssa
Cristina Di Perna.Nell’occasione, c’è stata la consegna ai ragazzi
del tavolo da Showdown, una speciale disciplina sportiva creata dal
Comitato provinciale dei Giovani (UICI Onlus) per promuovere lo sport e
l’aggregazione sociale delle persone con disabilità visiva ed alla quale
hanno tenuto particolarmente a presenziare ed a manifestare la loro
piena disponibilità per progetti similari, il Sindaco di Salerno arch.
Vincenzo Napoli che, nell’apprezzare l’iniziativa ha garantito
personalmente la sua vicinanza e l’apporto dell’amministrazione per
eventi similari, il dott. Rocco Pietrofeso, Presidente del Rotary Club
Salerno, il dott. Raffaele Rosa, Presidente dell’U.I.C.I. Salerno e Don
Pietro Rescigno della Curia Salernitana che ha portato anche i saluti di
S.E. Andrea Bellandi Arcivescovo della Città, e che a conclusione
dell’evento, coraggiosamente, rischiando anche di far brutte figure,
hanno dato luogo a mini sfide sul tavolo di showdown appassionandosi
anche oltre quella che doveva essere una mera rappresentazione del
“nuovo” sport.Grazie anche a questa prima donazione che permetterà di
formare una squadra, si spera quanto prima competitiva nel panorama
nazionale, sono state già inserite nel calendario dell’associazione,
delle date per la partecipazione ad eventi pubblici e sportivi con lo
scopo avvincente di competere e di far arrivare ai disabili il messaggio
che “praticare sport fa bene” e che proprio grazie a tali novità si può
e si deve mirare a raggiungere livelli e standard di vivibilità senza
limitazioni che la disabilità sembrerebbe comportare.“Il progetto
realizzato oggi – ci tengono all’unisono a sottolineare il dott. Piluso
ed il dott. Pietrofeso, coprotagonisti della mirabile iniziativa – nasce
come voglia prorompente di cercare di dare risposta alle esigenze di
coloro che, a causa della disabilità, non possono provare con facilità
l’emozione di una competizione sportiva da vivere da protagonisti,
l’adrenalina della sfida nel raggiungere un risultato di vertice, una
vetta o anche più semplicemente del piacere e della condivisione del
sentirsi squadra, di condividere gli allenamenti, le tattiche, la
partecipazione e la passione ed il calore di qualcuno che crede in
loro.Approcciare ad un’attività sportiva competitiva, per quanto attorno
ad un tavolo da gioco, fatta in maniera competitiva è un’attività fisica
molto completa e alla portata di tutti che fa bene alla salute ed
all’anima di chi partecipa, dei familiari e di chi li affianca
quotidianamente nei singoli percorsi di vita comune.”.“Un grazie di
cuore a tutti – il messaggio del dott. Raffaele Rosa, Presidente
dell’U.I.C.I. Salerno – perché tali attività sportive e ludiche danno un
aiuto inimmaginabile se consideriamo che troppo spesso i disabili,
purtroppo, conducono una vita di routine, trascorrendo molto tempo a
casa o nell’ambito dei servizi.Il contesto “sportivo” permette
un’esperienza significativamente “diversa”, sia nel gruppo dei non
vedenti sia nella relazione con gli accompagnatori ed i familiari.
Inoltre è determinante il ruolo dei volontari, con cui spesso
s’instaurano relazioni che vanno oltre all’esperienza temporale nei
singoli momenti di ausilio, realizzando così un valido intervento di
interazione sociale e lotta allo stigma.Per i non vedenti, a maggior
ragione i più giovani, uscire a fare una gara od anche solo un
allenamento, o sostenere i propri compagni di squadra così come
succederà anche grazie al tavolo da showdown oggi consegnato,
rappresenta una ventata di vita e di futuro che i ragazzi porteranno per
sempre nei loro cuori, ed un gradino ulteriore salito per raggiungere la
normalità di vita autonoma.”.

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