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Streaming illegale, all’Italia il primato Ue (di Tony Ardito)

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In rete, sovente, si cercano siti streaming onde accedere a ogni tipo di contenuto, dai film ai telefilm passando per lo sport – considerato pure che esistono piattaforme di streaming online che si contendono i diritti per la trasmissione di eventi di portata gigantesca come la serie A di calcio italiana -.

Quando si parla di siti di streaming, la prima distinzione importante da fare è che esistono quelli gratuiti, le piattaforme a pagamento e i siti pirata film e non solo.

Vi sono piattaforme di streaming legale per fruire di ogni tipo di contenuto, le quali possono essere sia gratuite (vedi Youtube, RaiPlay o MediasetPlay) sia a pagamento (Netflix, Disney+, Amazon Prime Video o ancora Dazn, o NOWTV o Sky Go; per citare alcune tra le più note). Esistono poi i siti streaming pirata, ovvero siti su cui si opera la pirateria informatica. Il panorama di siti nostrani, che offrono streaming gratuito, non appaga se si pensa che i cataloghi, spesso e volentieri, offrono contenuti anche molto vecchi e non aggiornati.

Al fine di colmare tali lacune – si fa per dire – nel corso degli anni, sono comparsi copiosi siti streaming illegali che permettono di vedere film, serie tv e anche dirette di eventi sportivi in ogni dove, senza pagare costi di abbonamento.

Il mondo della pirateria è diventato sempre più incessante in Ue, con un business che si aggira sul miliardo di dollari, e l’Italia è risultata essere la prima in quanto a streaming illegale con quasi il 58% della quota di mercato in tutta l’Unione. È quanto è emerso da un recente rapporto EUIPO, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale. L’Italia è prima in Europa per la pirateria dei contenuti illegali che transitano in rete.

Un cittadino europeo su 10 ha confessato di aver acquistato merce contraffatta, trovandosi in difficoltà nel distinguere fonti legali di contenuti digitali, e un terzo si è interrogato sulla originalità dei prodotti acquistati. La percentuale più alta di consumatori che sono esposti a indicazioni fuorvianti si trova in Bulgaria, Romania e Ungheria, mentre le cifre più basse si registrano in Svezia e Danimarca.

Sono il 6% coloro che in Italia dichiarano di aver acquistato prodotti contraffatti con l’inganno. Le merci illegali arrivano perlopiù dalla Cina e da Hong Kong, e il nostro Paese è una delle prime destinazioni di arrivo di prodotti contraffatti via mare.

di Tony Ardito

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