Domani 3 luglio al Chiostro del Duomo di Salerno Peppe Barra e Lalla Esposito

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Domani sabato 3 luglio una nuova tappa salernitana per la quattordicesima edizione del Campania Teatro Festival diretto per il quinto anno consecutivo da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano. Al Chiostro del Duomo di Salerno alle 21, Peppe Barra e Lalla Esposito presentano in prima assoluta “Non c’è niente da ridere – Il Teatro di Peppe Barra e Lamberto Lambertini”. Dopo venticinque anni, Peppe Barra e il regista Lamberto Lambertini tornano sul palco assieme per realizzare uno spettacolo pregno dello spirito e dello stile che li contraddistingue, che coniuga la risata con la commozione, la leggerezza con la cultura. «Uno spettacolo vario costruito con le cose che amiamo. Questo è stata, da sempre, la visione della Compagnia – scrivono – fondata insieme con Concetta Barra, e questa resterà per sempre. Perché il pubblico, per divertirsi davvero, ha bisogno essere trascinato fuori dalla realtà̀, e quale mezzo migliore del teatro, che è molto più̀ bello della vita vera e, tra le sue scene anche la morte sarebbe per finta». Le musiche sono di Giorgio Mellone. Suonano Pasquale Benincasa, Giuseppe Di Colandrea, Agostino Oliviero, Antonio Ottaviano, Giorgio Mellone, Gianluigi Pennino. Le scene sono di Carlo De Marino, i costumi di Annalisa Giacci.

“Non c’è niente da ridere”, così sembra dire l’Attore al pubblico dispiaciuto che si sbellichi mentre lui sta recitando una cosa seria. Ecco la chiave di questo spettacolo, dove la scenografia raffigura l’interno di un teatro, dal punto di vista degli attori, uno spettacolo al contrario, con le file dei palchi sul fondo e con le luci della ribalta puntate verso la sala. In questo luogo irreale si avvicendano un Attore e un’Attrice, Peppe Barra e Lalla Esposito, con duetti, monologhi, canzonette, di antico e moderno repertorio, oltre a improvvise incursioni surreali nel repertorio dei classici, con due poltroncine e consunti fondalini dipinti a delineare le situazioni drammatiche. Uno spettacolo di “Varietà̀” con un finale in Maschera: l’Attore veste il costume di Pulcinella e l’Attrice quello di Colombina che, nel rivedere il suo fidanzato che l’aveva abbandonata senza una parola, molti e molti anni prima, costringendola a fare la sciantosa, lo aggredisce infuriata, ma il povero Pulcinella le giura d’esser morto, per strada, senza averla potuta avvisare. È menzogna o verità̀? Colombina comincia a cedere, presa dalla drammaticità̀ del racconto. Pulcinella prosegue baldanzoso: San Pietro, dopo tanto pregare, gli ha concesso di tornare sulla terra a riprendersi la sua Colombina. Sull’onda dei ricordi e della nostalgia di un’epoca che fu, si addormentano abbracciati.

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