Spagna e variante Delta, boom casi tra giovani. Turismo, calcio e movida le cause

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Tutta l’Europa è in verde nella mappa settimanale dell’Ecdc sull’incidenza del Covid. Fanno eccezione la Spagna, con la gran parte delle regioni in rosso, e Cipro, in rosso scuro, i colori che indicano un incremento dei contagi. L’Irlanda e ampie aree del territorio dei Paesi Bassi e della Svezia sono colorate in giallo. per questo Il ministero della Salute ha lanciato un’allerta a tutti gli assessori regionali alla Sanità per chiedere maggiore attenzione e ulteriori sforzi di contenimento per evitare la crescita dei casi di Covid dovuti a turisti e tifosi. Nella circolare firmata da Giovanni Rezza (e pubblicata dal Corriere della Sera) c’è una “allerta internazionale variante Delta” e chiede ulteriori sforzi di contenimento.

La situazione in Spagna. La trasmissione di Covid-19 tra i giovani in Spagna è raddoppiata in una settimana, e oggi ha raggiunto una incidenza di 1.047 casi nel gruppo dai 20 ai 29 anni e 891 nel gruppo dai 12 ai 19 anni ogni 100 mila abitanti. Lo riporta l’agenzia Efe. Con queste cifre, la Spagna resta a rischio estremo di trasmissione del coronavirus (più di 250 casi ogni 100.000
abitanti in 14 giorni) e sono già otto le comunità in questa situazione, dopo l’aumento dell’indicatore della circolazione del virus in Aragona, Isole Baleari e Cantabria, che si aggiungono alle Asturie, Castilla y León, Catalogna, Comunità Valenciana e Navarra. L’occupazione delle terapie intensive per pazienti Covid continua a non seguire l’aumento dei contagi in questa nuova ondata. Le comunità hanno riportato oggi una pressione del 6,8% nelle unità di terapia intensiva (6,3% venerdì scorso) e del 2,6% in reparto. Nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 6 decessi, un dato simile a quello di un anno fa, portando i morti a 81.003 e i contagi a 3.937.192 dall’inizio della pandemia.

Turismo, calcio e movida. I casi di infezione sono trainati dalla ripresa della vita sociale, dai viaggi (anche quelli studio, è il caso di Malta), dalle serate nei locali soprattutto in Spagna e Portogallo. Infatti i primi a contagiarsi sono i ragazzi. Inevitabilmente poi il virus raggiunge le altre fasce d’età, contatti cosiddetti secondari. Ma anche i viaggi per assistere alle partite dei campionati europei di calcio hanno un effetto, rilevato in Finlandia.

Si legge nella circolare del Ministero:

Le autorità sanitarie spagnole hanno notificato un ampio focolaio di COVID-19 tra gli studenti spagnoli di ritorno dalle Isole Baleari. All’8 luglio sono stati registrati 3.073 casi positivi e 8.656 contatti con un collegamento a Maiorca e 1.965 casi con 5.824 contatti con collegamento ad altre destinazioni (tra cui principalmente Minorca, Tenerife, Salou, Lloret de mar e Malaga). Tutti i casi primari hanno riferito la partecipazione ad attività di svago, come eventi organizzati su larga scala (concerti, feste), frequentazione di hotel, pub, club e altri luoghi con interazioni sociali strette e prolungate senza seguire misure di prevenzione. La maggior parte dei nuovi casi identificati si stanno verificando nella popolazione giovane non vaccinata, in molti casi legati ad eventi di svago superdiffusivi in ambienti chiusi, dove grandi gruppi di persone provenienti da luoghi diversi (sia spagnoli che stranieri) trascorrono insieme molto tempo senza seguire le previste misure di prevenzione. Altre fasce d’età iniziano ad essere interessate da questo aumento, soprattutto quelle in cui la vaccinazione non è ancora completa
Rezza più controlli per chi arriva dalla Spagna. “I controlli dai paesi che contagi in aumento? Si pensa che siano facili ma non è così. Ci sono vettori aerei che non applicano misure rigide – dice Giovanni  Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della salute, commentando i dati della cabina di regia sull’epidemia da covid-19, in corso al ministero – e per questo è bene che l’Enac faccia controlli specifici. Si stanno valutando alcune misure più rigide dai passeggeri in arrivo da spagna e portogallo. Vale però sempre l’appello alla responsabilità individuale. L’usmaf fa controlli nei porti e negli aeroporti – aggiunge rezza – ma c’è bisogno della collaborazione di tutti. Credo che serva applicazione di quarantena e controlli ma in questo caso potranno rallentare di poco la diffusione di nuove varianti. È importante rallentare l’introduzione della variante”.

“Non è facile attuare controlli sugli arrivi dai Paesi europei. Ci possono essere vettori che non applicano misure rigide. In questo caso è bene che l’Enac faccia un richiamo ai vettori stessi”. Per quanto riguarda i controlli concreti, “il ministero ha le Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) che fanno un grosso lavoro, soprattutto nel periodo estivo quando aumenta la mobilità ella popolazione. C’è bisogno però della collaborazione di tutti per effettuare controlli più rigidi. Anche in questo caso vale l’appello alla responsabilità individuale per evitare nuovi focolai”. Lo ha detto Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, rispondendo alle domande in conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di Regia.

In merito agli ingressi in Italia e i movimenti internazionali, per i Paesi dell’Unione europea “nessuna norma può essere presa a cuor leggero o senza avere come interlocutore la Ue – ha precisato – I movimenti non sono liberi, c’è il ‘Passenger Locator Form’. E il test da effettuare nelle 48 ore precedenti la partenza nel caso non si sia completamente vaccinati o non si abbia avuta la malattia”.

Gli altri Paesi dell’UE. A preoccupare, invece, ”è la situazione internazionale, quella europea. Abbiamo un Centro Europa con un’incidenza relativamente bassa – ha sottolineato Rezza – Parlo dei grandi Paesi come la Germania, che ha politiche piuttosto caute, e la Francia. Abbiamo invece la Penisola Iberica, Spagna e Portogallo, che hanno un’incidenza che tende ad aumentare in maniera abbastanza importante”. E “al di fuori dell’Unione europea il Regno Unito che sta sui 30mila casi giornalieri, nonostante abbia una elevata proporzione della popolazione vaccinata sia con una che con due dosi”. Fortunatamente “senza un aumento di ospedalizzazioni e casi letali”. Se questo “sia dovuto o al fatto che si infettano persone vaccinate e quindi non vanno verso la malattia grave, o sia dovuto al fatto che vengano colpiti soprattutto i giovani, questo è ancora da definire. Stiamo aspettando dati clinici più accurati da parte dei colleghi inglesi”, ha concluso Rezza, sottolineando che “in questa situazione europea noi non possiamo completamente rilassarci”.

La situazione in Italia. La situazione epidemiologica in Italia è ancora apparentemente buona, nel senso che abbiamo un’incidenza di infezione ancora bassa. Anche se, per quanto riguarda i dati quotidiani, sono un paio di giorni che abbiamo superato i mille casi e c’è una piccola inversione di tendenza. L’incidenza era scesa di 9 per 100mila, adesso siamo a 11 per 100mila: un piccolo scostamento, per carità, che però ci dice che non stiamo ulteriormente scendendo”. Lo ha detto Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di Regia.

4 Commenti

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  • Ti risultano tutti vaccinati i giovani?
    Tu non l’hai fatto, quindi non ti preoccupare ??

  • Probabilmente i ragazzi non avevano fatto il vaccino !poi troppi assembramenti troppi senza mascherina e che ci vuole una laurea per capire ??

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