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Alcune regioni rischiano la zona gialla, ecco quali e perché

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Almeno quattro Regioni sono considerate a rischio per un possibile ritorno in zona gialla. Si tratta di un’ipotesi concreta considerando l’aumento dei contagi dovuto alla diffusione della variante Delta, soprattutto in base agli attuali parametri influenzati quasi unicamente dal dato sull’incidenza settimanale.

Ad oggi l’elemento che comporta il passaggio dalla zona bianca a quella gialla è l’incidenza settimanale dei casi ogni 100mila abitanti: se questo valore supera quota 50 si entra in zona gialla. Secondo l’ultimo report settimanale dell’Iss a oggi le Regioni con un dato più alto sono: Abruzzo (15,5), Campania (15,7), Marche (15,9) e Sicilia (18,2).

Quelle in cui l’incidenza è aumentata di poco nell’ultima settimana sono Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia. Mentre si registra un aumento più marcato in Campania, Marche, Sardegna, Toscana e Veneto. Ma non sono questi gli unici dati che lasciano pensare a un passaggio in zona gialla: ci sono, infatti, anche i dati sulla classificazione di rischio, che in alcuni territori è salita a moderata.

Tra queste Regioni ci sono proprio quelle con incidenza più alta, ma non solo: si tratta di Abruzzo, Campania, Marche, Bolzano, Trento, Sardegna, Sicilia e Veneto.

In realtà il passaggio in zona gialla potrebbe non essere automatico: le Regioni, infatti, stanno chiedendo di rivedere i parametri attualmente in vigore e non far pesare solo il valore dell’incidenza settimanale dei casi. L’intenzione dei governatori è quella di dare maggior peso al dato sui ricoveri, non ritenendo più il numero dei contagi come un elemento indicativo.

Il governo, nel frattempo, sembra voler puntare su un maggior numero di tamponi delle Regioni, con la possibilità di inserire una soglia minima da raggiungere per restare in zona bianca.

Per quanto riguarda i valori sui ricoveri, attualmente il limite per restare in zona bianca è fissato al 40%, ma potrebbe scendere al 30%, mentre in terapia intensiva si potrebbe passare dal 30% al 20%. Va comunque sottolineato che al momento praticamente nessuna Regione ha dati preoccupanti, tanto che sopra il 3% di posti letto occupati troviamo solamente Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

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