Usura e furti in abitazione tra San Severino e Montoro: 6 persone arrestate

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Nelle prime ore della mattina, a Mercato San Severino e Montoro, i Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito un’ordinanza cautelare personale emessa dal Gip del Tribunale di Nocera Inferiore – in accoglimento di conforme richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore diretta dal Procuratore della Repubblica Antonio Centore – nei confronti di 6 soggetti (di cui 3 in carcere, uno agli arresti domiciliari e due con divieto di dimora nella provincia di Salerno).

La misura cautelare è stata emessa all’esito di un’articolata attività investigativa svolta dalla Compagnia Carabinieri di Mercato San Severino nell’anno 2019. le cui risultanze sono state vagliate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Davide Palmieri. L’indagine è stata condotta con il supporto di attività tecniche e mirati servizi di osservazione, controllo e pedinamento. L’attività si è rilevata particolarmente complessa poiché i soggetti investigati, per eludere i controlli, non hanno esitato a ricorrere all’intestazione fittizia di schede telefoniche. L’indagine ha permesso di ricostruire l’esistenza di un gruppo criminale, che si rendeva responsabile di numerosi furti all’interno di abitazioni ed in una circostanza non esitava a compiere il reato approfittando del fatto che i proprietari dell’abitazione fossero impegnati per il funerale di un loro familiare; il che dimostra la particolare cura e spregiudicatezza con cui venivano selezionati gli obiettivi.

Il gruppo disponeva di ricettatori di riferimento, collegati ad attività commerciali, ai quali veniva consegnato l’oro rubato ed anche una pistola di grosso calibro sottratta nel Comune di Montoro. Gli indagati si rendevano inoltre responsabili di molteplici episodi estorsivi durante i quali non esitavano a percuotere in pubblico le vittime. Con riguardo ai reati di usura deve rilevarsi che i tassi applicati raggiungevano anche il 400% sulla somma di denaro prestata. In taluni casi le vittime, per paura di ritorsioni, non hanno inteso denunciare i propri aguzzini rinunciando ad ogni tipo di collaborazione.

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