Salerno, cannabis terapeutica: al Ruggi trattati 300 pazienti

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Risultati particolarmente incoraggianti provengono dall’impiego dei derivati della cannabis, usati a scopo terapeutico.

La Campania è una delle pochissime regioni italiane a dispensarli gratuitamente e nello specifico, in un anno e mezzo di osservazione, sono stati trattati più di 300 pazienti, presso l’Ambulatorio Dh di Medicina Interna Reumatologia, dell’Aou San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, diretto dal dottore Paolo Moscato, il quale rileva ed evidenzia con soddisfazione, il successo della terapia in questione, rivolta ai pazienti reumatici con dolore cronico che non rispondono agli altri trattamenti convenzionali e in particolare nella gestione della sindrome fibromialgica.

«La nostra regione, e il Ruggi, sono entrambi eccellenze nell’uso dei farmaci derivati dalla cannabis, dichiara infatti il dottore Moscato, e ciò comporta un’alta affluenza di pazienti presso l’Ambulatorio di Reumatologia del Nosocomio Salernitano, provenienti da ogni parte d’Italia, proprio perché altrove questa terapia non è sempre disponibile. Il trattamento, aggiunge, è fruibile attraverso un piano terapeutico regionale e dispensato da farmacie autorizzate, con produzione autonoma del farmaco galenico, che non comporta alcuna forma di assuefazione e di dipendenza, e va ad agire sui recettori dei cannabinoidi presenti nel nostro cervello, determinando un’ attenuazione dei sintomi dolorosi di diverse malattie non solo reumatiche».

Molti pazienti infatti, che non riescono a gestire il dolore, usando la cannabis e i suoi derivati, hanno migliorato la propria qualità della vita, ampliandone le aspettative, considerati anche i pochi effetti collaterali di prodotti a derivazione naturale e non risultati di sintesi chimiche. I suddetti farmaci inoltre, vengono somministrati in gocce, le Aziende che coltivano la cannabis, sono precedentemente autorizzate e operano sotto il controllo dell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, o quando importata dall’Olanda, l’introduzione della cannabis è sottoposta ad un rigido protocollo di controllo pubblico. «Per accedere a questi trattamenti, spiega ancora il dottore Moscato, bisogna prenotare una visita reumatologica e solo in seguito, sarà il medico a valutare l’effettiva inefficacia degli altri farmaci e ad indicare quindi una terapia alternativa con i derivati della cannabis».

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