Perché la pandemia potrebbe diventare endemia e cosa significa

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Inizialmente è stata un’epidemia, poi l’11 marzo 2020 l’Oms ha dichiarato la pandemia. A un anno e mezzo di distanza, dai primi casi scoperti in Cina, nei prossimi mesi il Covid-19 potrebbe diventare un’endemia. Nelle ultime settimane sono diversi gli esperti che, parlando della malattia infettiva provocata dal virus Sars-Cov-2, hanno citato questo termine. Ecco in quali contesti si è fatto riferimento all’endemia e cosa significa

SILERI: “DA PANDEMIA A ENDEMIA NEL 2022” – Di endemia ha parlato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, facendo un punto sulla situazione Covid. “Siamo con il virus messo all’angolo – ha detto – e abbiamo quasi vinto completamente la guerra. Ovviamente come tutte le guerre non ci può essere una data di fine certa. Difficilmente avremo l’esperienza di mille morti al giorno come abbiamo avuto diversi mesi fa, avremo un virus che continuerà a circolare e si trasformerà da pandemia a endemia nel 2022, senza creare grossi danni a coloro che sono vaccinati”

PALÙ: “MENO VACCINI, MENO POSSIBILITÀ DI ENDEMIA” – Proprio la copertura vaccinale è un aspetto messo spesso in correlazione con il passaggio da pandemia ad endemia. “Vaccinarsi è un compito sociale a cui alcune categorie dovrebbero adempiere, e per cui lo Stato sta facendo tutto il possibile”, ha detto il presidente dell’Aifa e membro del Cts Giorgio Palù, in un’intervista a ‘Timeline’, su Sky TG24. “Meno vacciniamo e più il virus si diffonde, quindi abbiamo meno possibilità di controllarlo e che questo virus diventi endemico”

RICCIARDI: “ENDEMIA SE NON ALLENTEREMO PRESTO CAUTELE” – La parola “endemia” compare anche in un articolo di Avvenire a firma di Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute. “L’evoluzione della pandemia in Italia, se saremo bravi nell’intensificare la campagna vaccinale e nel non allentare troppo presto le cautele, potrebbe essere caratterizzata da una situazione di gestibile endemia, di presenza cioè di un costante numero di casi, piuttosto basso, che non provoca problemi sistemici di pressione e ingolfamento dei servizi sanitari”

DIFFERENZE TRA EPIDEMIA, PANDEMIA ED ENDEMIA – Ma quali sono le differenze tra epidemia, pandemia ed endemia? Ne parla il portale ‘Epicentro’, curato dall’Istituto Superiore di Sanità, in una scheda sulle malattie infettive: “Dal punto di vista epidemiologico le malattie infettive hanno caratteristiche diverse di diffusione. Ci sono malattie molto contagiose e altre che lo sono meno. In base alla suscettibilità della popolazione e alla circolazione del germe, una malattia infettiva può manifestarsi in una popolazione in forma epidemica, endemica o sporadica”

EPIDEMIA – “L’epidemia – si legge su Epicentro – si verifica quando un soggetto ammalato contagia più di una persona e il numero dei casi di malattia aumenta rapidamente in breve tempo. L’infezione si diffonde in una popolazione costituita da un numero sufficiente di soggetti suscettibili. Spesso si riferisce al termine di epidemia con un aumento del numero dei casi oltre l’atteso in un particolare area e in uno specifico intervallo temporale”

PANDEMIA – Il termine deriva da “pan-demos”, ovvero “tutto il popolo”, quindi che riguarda tutti. Indica la diffusione di una malattia infettiva piuttosto rapidamente e su territori molto vasti, come interi Paesi o continenti. Secondo l’Oms ci sarebbero sei step che conducono un agente patogeno a divenire pandemico: la discriminante sarebbe la presenza di focolai di infezione in due o più Paesi diversi da quello di origine

ENDEMIA – Secondo Epicentro, invece, “una malattia si considera endemica quando l’agente responsabile è stabilmente presente e circola nella popolazione, manifestandosi con un numero di casi più o meno elevato ma uniformemente distribuito nel tempo”

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