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Scuola e Green Pass, allarme in Campania: “Così rischiamo doppi turni e Dad”

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“Francamente non vedo nulla di nuovo sotto al sole”. Francesco De Rosa, presidente dell’associazione presidi della Campania nel commentare la nota del ministero sulle linee guida da adottare per il rientro a scuola si pone l’obiettivo di una “giusta presenza ” da raggiungere. Concetto che riassume la volontà di garantire la massima didattica in presenza, ma se necessario ricorrere alla didattica digitale e se proprio indispensabile ai doppi turni. Su una cosa il leader dei presidi campani è categorico: “Siamo assolutamente contrari ai tamponi gratis per chi non si vaccina”.

La nota diffusa a Ferragosto dal ministero dell’Istruzione, però, non sembra però portare la chiarezza che in molti attendevano per organizzare la ripresa delle scuole. “Certo, gli spazi sono quelli che sono – aggiunge De Rosa – e in caso di obbligo del distanziamento in aula, sarà complicato rinunciare alla didattica digitale che è una soluzione che non ci piace. Speriamo che con l’andare avanti delle somministrazioni si possa raggiungere l’80 per cento di vaccinati e l’immunità di gregge e di fare una didattica quanto più normale possibile come si è fatto negli ultimi due mesi dello scorso anno scolastico. Io sono fiducioso”.

Ma il quadro non è affatto chiaro. In una lettera inviata ai dirigenti scolastici del territorio e ai referenti Covid, Pierluigi Pecoraro, referente per la scuola dell’Asl Napoli 3 Sud, ad esempio, ricorda che in vista del prossimo anno scolastico 2021- 2022 ” è indispensabile predisporre tutte le azioni di prevenzione Covid 19 per garantire sin dall’inizio dell’anno scolastico il regolare svolgimento delle lezioni in presenza in totale sicurezza”. E ci sono i dirigenti delle scuole che devono applicare gli inviti.

Cosa che diventa più complicata negli istituti di periferia, quelli con meno risorse, come per la Vittorino da Feltre del rione Villa a San Giovanni a Teduccio: “La nota del ministero è arrivata il 14 agosto – attacca la dirigente Valeria Pirone – ma la scuola va organizzata. Siamo con il personale ridotto all’osso, al momento ho a disposizione un amministrativo e un collaboratore scolastico. E il primo settembre cominciano le prime attività e dopo due settimane la scuola vera e propria”.

Sulla nota del ministero, Pirone aggiunge: “Si comprende bene la volontà di riprendere la scuola in presenza, e questo lo vogliamo tutti, ma ci sono frasi ambigue, vaghe, come quando la nota parla di distanziamento e finisce con la frase “laddove possibile”, come se fossero misure raccomandate e non più obbligatorie. E questo crea molta confusione. Quale deve essere la capienza delle aule? A 18 o 23? L’anno scorso sono state garantite turnazioni e attività parallele ma quest’anno? Cosa accadrà? L’organico Covid c’è ancora? Posso lasciare 23 alunni andando in deroga al metro di distanziamento?”.

Dura la protesta della preside per il mancato arrivo di “rinforzi”: “Dov’è il personale Ata che ci era stato promesso? A chi dovrò affidare il compito di controllare il Green Pass? Siano già in ginocchio con le segreterie. Ho 843 alunni e 4 assistenti amministrativi: una follia?”.

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