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Covid, ipotesi vaccino obbligatorio per tutti: le opinioni di giuristi ed esperti

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Al momento, in Italia, l’obbligo vaccinale è previsto per medici e personale sanitario: sono già scattate le sospensioni dei camici bianchi non vaccinati, che sono comunque una netta minoranza rispetto al totale. Per gli insegnanti e il personale scolastico è invece previsto l’obbligo del Green Pass

Ora che ne ha parlato anche il premier Draghi, la prospettiva di un obbligo vaccinale esteso sembra più vicina. Il giurista Amedeo Santosuosso, professore di Diritto, scienza e nuove tecnologie all’Università di Pavia, ha spiegato all’Ansa che si tratta di una strada “fattibile in tempi brevi attraverso una legge, che rispetterebbe tutti i crismi di costituzionalità”

L’articolo 32 della Costituzione italiana, ha sottolineato il giurista, “prevede la possibilità di imporre un trattamento sanitario obbligatorio attraverso una legge, determinando così un obbligo generale per i cittadini. Una legge di questo tipo sarebbe giustificata dai benefici documentati che il trattamento, in questo caso il vaccino, porterebbe alla comunità e ai singoli”

Gli studi scientifici, ha detto ancora Santosuosso, “dimostrano infatti gli effetti positivi dei vaccini. E un requisito alla base di una legge che prevede l’obbligo per un trattamento sanitario è proprio la vantaggiosità per la comunità e anche per i singoli individui. Ci sarebbero dunque tutti i requisiti per una legge di questo tipo”

Riguardo ai tempi, “questi dipendono dal Parlamento. In questo caso si tratta di una questione politica più che giuridica”. Ad ogni modo, ha precisato l’esperto, “è comunque possibile, anche in mancanza di una legge nazionale, procedere a obblighi vaccinali specifici per singole categorie lavorative

E proprio a un obbligo per settori puntano altri esperti come Americo Cicchetti, direttore di Altems, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di Roma. L’obbligo, spiega, è una “strada segnata, per l’Italia come per le altre nazioni, al fine di bloccare l’epidemia. A mio parere è una strada percorribile senza particolari problemi giuridici, ma ritengo che l’obbligatorietà vada prevista non per tutti ma per categorie precise”

Tra queste categorie, Cicchetti ha citato “scuola e università, PA a contatto col pubblico e trasporti“. Per gli altri, ha detto, “i rischi si possono ridurre ricorrendo al Green Pass e allo smart-working”

L’obbligo è giusto, ma sarebbe più facile se indiretto: è questa la posizione dell’immunologo e componente del Comitato tecnico-scientifico Sergio Abrignani. “Il miglior modo per contenere una pandemia è vaccinare tutti o quasi, e per farlo serve una sorta di obbligo”, spiega. “Se è tecnicamente difficile fare un obbligo assoluto, ci si può arrivare con un obbligo indiretto, molto forte e sostanziale, ad esempio attraverso un Green Pass quasi totalizzante

Al contrario, propende per un obbligo “universale“, ossia per tutta la popolazione vaccinabile, il virologo Fabrizio Pregliasco, prevedendo l’utilizzo dei servizi già presenti sul territorio, con la collaborazione dei medici di base

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