Estate 2021, il turismo fa da traino (di Tony Ardito)

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In crescita del 21% sul 2020, tra giugno e agosto il sistema ricettivo italiano ha registrato l’arrivo di oltre 33 milioni di turisti per 140 milioni di pernottamenti. I risultati della stagione estiva hanno superato le attese, dando una boccata d’ossigeno al turismo nostrano.

A trainare, gli italiani con 105 milioni di pernottamenti, il 19,6% in più rispetto allo scorso anno, ma son tornati anche gli stranieri: in totale si stimano 35 milioni di pernottamenti, in aumento del 25% sul 2020, tuttavia ancora lontani dai 100 milioni del 2019.

Le presenze crescono del 21,9% nel comparto alberghiero e del 19,9% nell’extralberghiero. Essenzialmente, un flusso di domanda autorganizzata che ha scelto i servizi mediante canali diretti con i fornitori.

E infatti, rimane la crisi del turismo organizzato – dalle agenzie di viaggio ai tour operator – settore che non ha registrato l’effetto positivo della richiesta interna, ormai completamente disintermediata e orientata ai portali internazionali di prenotazione.

Il recupero della domanda è stato riscontrato in maniera uniforme in tutte le macro-aree del Paese, mentre un andamento differenziato è stato rilevato per i prodotti turistici. Le località marine e della montagna, che nella estate 2020 avevano marcato un discreto recupero dei mercati, nel trimestre appena concluso hanno registrato valori di crescita più contenuti, rispettivamente +19% e +13,1%.

L’incremento più sostenuto è stato dichiarato dalle imprese delle località dei laghi (+29%), ma recuperano anche le località termali (+27,4%), che nella scorsa estate soffrirono particolarmente il calo della richiesta.

Rimbalzo anche per le città d’arte (+25,4%) ma – nonostante i buoni risultati del periodo – queste continuano a misurarsi con le complessità del mercato e le stime indicherebbero un differenziale di circa 10 milioni di pernottamenti in meo rispetto all’estate 2019.

Le previsioni sull’ultimo periodo del 2021 confermano, invece, la situazione di incertezza in cui operano le imprese del settore: il 48% del campione non ha elementi sufficienti per poter formulare delle ipotesi sui comportamenti della domanda turistica. Solo il 18,4% ha segnalato un trend di aumento dei flussi, mentre il 10% dei rispondenti è convinto di dover registrare ancora valori di flessione. Le indicazioni di stabilità dei mercati sono state rilevate nel 23% delle risposte.

A fronte dei dati sin qui riscontrati, il presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina, auspica che questi si traducano “nell’inizio di una ripresa strutturale del turismo italiano”. Per la nota organizzazione, i segnali di settembre sono abbastanza positivi, ma per l’imminente autunno l’incertezza ancora persiste, in particolare nelle città d’arte e nel turismo organizzato che non sono ancora ripartiti.

di Tony Ardito

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