Smart working, governo al lavoro sulle regole post pandemia: come potrebbe cambiare

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La fase emergenziale della pandemia da Covid-19, nel mondo del lavoro, ha determinato un cambiamento dal quale, secondo Confindustria, “non si torna più indietro”. Lo smart working è entrato nell’organizzazione di moltissime aziende, che pensano di continuare con il lavoro agile anche quando la pandemia sarà finita

Inizia ora a delinearsi il percorso per regolare il lavoro agile nello scenario del dopo coronavirus. Martedì 2 novembre il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando (in foto), incontrerà i rappresentanti dei sindacati per avviare un confronto per provare a raggiungere un accordo quadro sul tema

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta (in foto) ha invece già avviato un percorso insieme alle organizzazioni sindacali sulle linee guida dello smart working negli uffici pubblici, nel frattempo tornati in presenza

Brunetta ha detto di essere favorevole al lavoro agile, ma con “piattaforme serie e norme contrattuali” che lo regolino, mentre non deve più accadere “che ci siano sportelli chiusi per lo smart working”. Le linee guida presentate da Brunetta prevedono un sistema di alternanza tra giorni in ufficio e a casa, il divieto di utilizzare la rete Internet domestica e almeno 11 ore consecutive di riposo

Intanto, il mondo delle imprese private, in attesa di una cornice normativa generale, si muove in ordine sparso. Il centro studi di Confindustria invita a “sfruttare al meglio il potenziale” dello smart working, che gli economisti dell’associazione degli industriali giudicano “una delle partite da vincere per modernizzare il Paese”

“Quando l’emergenza sanitaria sarà superata – dice Confindustria – i lavoratori e le imprese molto probabilmente non torneranno indietro. Non del tutto, almeno. E assisteremo anche in Italia a un incremento delle possibilità di svolgere il lavoro in remoto rispetto al pre-crisi”

Importante sarà anche formare i dipendenti per rafforzarne le competenze tecniche digitali (23,7%) e trasversali (26,1%). Più della metà delle imprese (56,6%) pensa sia fondamentale richiedere la presenza in azienda in determinati giorni e, anche per questo, riorganizzare gli spazi (29%)
Confindustria cita anche una un’indagine condotta dall’Ocse in collaborazione con Biac (Business at Oecd) e il Trade Union Advisory Committee. Il 63% dei manager e il 74% dei lavoratori intervistati in 23 Paesi giudica positivamente la propria esperienza con lo smart working, in termini di performance e di benessere
Il 60% dei manager ha inoltre dichiarato che i lavoratori in smart working sono “più produttivi perché più concentrati”. Allo stesso tempo, i manager indicano anche alcune difficoltà del lavoro agile, prime su tutte la formazione e il lavoro in team

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