Come sarà il Natale? Più socialità, meno restrizioni e si torna a viaggiare

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Quello di quest’anno sarà il secondo Natale in pandemia per gli italiani. Nonostante la risalita dei casi di Covid e la possibilità che nelle prossime settimane alcune regioni possano cambiare fascia di rischio e quindi colore, le festività quest’anno si prospettano decisamente diverse da quelle del 2020, soprattutto grazie alle vaccinazioni e all’uso del green pass che permetteranno una maggiore socialità e la ripresa dei viaggi

“In questo momento la possibilità di avere una ulteriore espansione delle vaccinazioni, ad esempio con le terze dosi, ci potrà permettere un Natale meno complicato. La famosa ondata, che sarà piccola, l’attendiamo per dicembre ma non sarà un cavallone da surfista”, spiega Massimo Galli, docente di Malattie infettive all’Università Statale di Milano

L’elemento chiave per un Natale sempre più vicino alla normalità sono le vaccinazioni. Ne è convinto il Commissario per l’Emergenza, Francesco Paolo Figliuolo: “Nonostante l’aumento dei contagi in tutta Europa, l’Italia è tra le nazioni europee e nel mondo messe meglio e credo che il prossimo Natale sarà un buon Natale. Confido ancora, e non smetterò di farlo, che gli indecisi facciano la prima dose”

“Sarà un Natale come gli altri prima del Covid”, afferma il ministro della Salute Roberto Speranza, “se i reparti ospedalieri tengono”. In quel caso non scatteranno misure, “se invece i ricoveri salgono – precisa – scatteranno le misure nei territori, in base al sistema dei colori“. E a chi sta pianificando vacanze all’estero per le festività, il ministro dice: “Sono per le vacanze in Italia”

Secondo Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e medicina preventiva all’Università Cattolica e consigliere del ministro della Salute per l’emergenza coronavirus, il possibile peggioramento della situazione è previsto “tra gennaio e febbraio perché quella da Covid si è mostrata esser un’epidemia con cicli molto prevedibili”

Rispetto al rischio di restrizioni a Natale, dice Ricciardi a Sky TG24, “dall’anno scorso ci sono criteri evidenti scientifici e obiettivi da utilizzare per operare le scelte necessarie. Ma siamo oggi tra i Paesi migliori, perché abbiamo un’alta copertura vaccinale e un green pass estensivo che permette di frequentare ambienti al chiuso con un certo livello di sicurezza. Se continueremo così, potremo pensare di superare l’inverno in modo adeguato. È molto importante però il richiamo di terze dosi”

Per il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, “è inevitabile, purtroppo, prevedere altre vittime e altri ricoverati tra i non vaccinati. Ma gli ospedali non dovrebbero andare in affanno. Sono fiducioso: possiamo confidare in un Natale sereno. Grazie ai tanti che si immunizzano e grazie al green pass”, dice in un’intervista al Corriere della Sera

“Sarà un Natale certamente connotato da maggior socialità rispetto a quella dell’anno scorso” e questo grazie alla migliore situazione italiana, dice il presidente del Css e coordinatore Cts, Franco Locatelli

Natale, aggiunge Locatelli, “mancano tanti giorni ed è difficile fare una previsione”. Ma sui risultati dell’Italia insiste: “Non sono frutto di una combinazione astrale ma frutto di un lavoro importante fatto con le vaccinazioni, non abbandonando le mascherine e anche con il contributo del green pass”

Poi Locatelli raccomanda: “Tutto quello che pertiene alla responsabilità dei comportamenti individuali è fondamentale e quindi in questo senso continuare a reiterare il messaggio di indossare la mascherina, evitare gli assembramenti, e non pensare che la situazione sia stata messa alle spalle, è assolutamente determinante”

“Natale e Capodanno festeggiatelo pure, ma possibilmente tra persone vaccinate e con le precauzioni necessarie”, è l’appello di Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova

E con la prospettiva di un Natale “più sociale”, segnala Coldiretti, iniziano a programmare gli spostamenti i 10 milioni di italiani che lo scorso anno hanno rinunciato a viaggiare nel periodo delle feste di fine anno per raggiungere parenti e amici o per fare vacanze

I timori per la quarta ondata non spengono, per ora, il “cauto ottimismo” degli operatori turistici in vista di una stagione invernale che si preannuncia “interessante”, anche se ancora essenzialmente “made in Italy”. La montagna, in particolare, promette bene – con gli impianti di risalita pronti a riaccogliere gli sciatori, purché provvisti di green pass – e si registra un movimento positivo di prenotazioni per il ponte dell’Immacolata e per Natale e Capodanno

“Siamo fiduciosi per la stagione invernale: sarà sulla falsariga dell’estate, con i nostri connazionali che resteranno in Italia e gli europei che, speriamo, verranno a sciare da noi, visto che siamo un Paese più sicuro degli altri e siamo avanti sul fronte delle vaccinazioni“, sottolinea il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca

Anche Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria, parla di “cauto ottimismo: certo, i contagi in risalita preoccupano, ma la situazione è molto diversa rispetto a un anno fa, perché la protezione del vaccino ci sta mettendo al riparo da situazioni molto più tristi. Le prenotazioni al momento sono ripartite alla grande e negli aeroporti si attende un movimento sostenuto per il ponte dell’Immacolata e per Natale”

Più prudente l’analisi di Ivana Jelinic, presidente di Fiavet Confcommercio: “L’inverno resterà una stagione con il freno a mano: anche la stagione sciistica conferma la tendenza alla prenotazione last minute, si parte in base all’andamento delle condizioni sanitarie. Certo, ci sono richieste di preventivi tra Natale e Capodanno, in particolare verso mete esotiche che sono mancate finora, ma siamo a un 25-30% rispetto ai numeri pre-pandemia”

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