“Ci aspettavamo dal governo all’interno della Legge di Bilancio gli opportuni correttivi agli stipendi delle Forze dell’Ordine che si attendevano da decenni e che da decenni puntualmente vengono disattesi, denigrando così la funzione pubblica di chi ogni giorno compie sacrifici e vive sulla propria pelle i pericoli della difesa della sicurezza nazionale.
L’Italia” spiega Nicolosi “è l’unico paese in Europa in cui, dal 1990, gli stipendi medi dei lavoratori sono diminuiti di circa il 2,90%, mentre nel resto del continente si adottavano politiche redistributive con aumenti in busta paga, tanto che in alcuni paesi (Estonia, Lettonia e Lituania) i salari sono triplicati, mentre in altri (Ungheria, Slovacchia) raddoppiavano.
Carabinieri, Poliziotti, Vigili del fuoco, Forze armate: la sicurezza in Italia rischia di essere per l’ennesima volta sacrificata sull’altare dei numeri a discapito delle persone, storie e famiglie, che potrebbero registrare una ulteriore diminuzione dei salari reali a causa degli aumenti dei prezzi e dell’incombente pressione fiscale.
Chiediamo – conclude Nicolosi – interventi celeri ed efficaci per permettere a tutti i cittadini di poter affrontare le sfide economiche quotidiane legate a questa particolare congiuntura storica e agli effetti della pandemia, con i giusti e dignitosi mezzi conferiti anche all’estero”.
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