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Austria: gli effetti del lockdown per i non vaccinati

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Il nuovo lockdown per i non vaccinati sembra produrre i primi effetti in Austria. Nella capitale Vienna si stanno creando grandi assembramenti intorno la zona del Duomo. L’urgente motivo, che induce le vittime delle nuove restrizioni a lasciare la propria abitazione, è la visita alla Cattedrale di Santo Stefano.

Il cuore della capitale non viene preso d’assalto per motivi turistici, ma per la nuova postazione vaccinale creata per tutti coloro che devono ricevere la prima dose. Persone di tutte le età affollano la navata sinistra della chiesa, in fila per ore, senza distanziamento.

L’Austria è nel pieno della quarta ondata di coronavirus, e ha una media di contagiati quotidiani pari a circa 11mila unità. Gli austriaci che ad oggi hanno ricevuto almeno una dose di vaccino sono il 68% della popolazione.

Il dato è frutto dell’incremento di somministrazioni dell’ultima settimana, dopo l’introduzione della regola delle 2G in vigore dallo scorso 8 novembre. La piena libertà è concessa esclusivamente ai geimpft, vaccinati, ed ai genesen, guariti da meno di sei mesi.

Gli austriaci non vogliono rinunciare alla stagione sciistica, alle cotolette e ai mercatini natalizi. L’esperto di turismo Oliver Fritz ha definito  le restrizioni essenziali per salvare il turismo e la stagione alle porte. Il Natale, la convivialità e i caffè viennesi non possono essere salvati con il distanziamento, ma con l’allegria e con le 2G.

Le sanzioni in Austria sono di 500 euro per i clienti senza green pass e 3.500 euro per i gestori di locali che non effettuano le verifiche.  La pena per coloro che falsificano le certificazioni è piuttosto severa. L’unico luogo dove non vige alcuna regola è il treno notturno che rientra in Italia, oggetto di critiche meno di controlli.

Il premier Alexander Schallenberg sembra contento dei primi effetti delle nuove misure. Le minacce e le misure di contenimento adottate stanno attestando un cambio di passo nella campagna di vaccinazione e nell’uscita dalla quarta ondata di Covid.

Olindo Nuzzo

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