Aggredito un dipendente di Busitalia. I sindacati: “Urgono le telecamere”

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Dipendente di Busitalia aggredito mentre era in servizio. L’ennesimo episodio di violenza si è verificato lo scorso 14 gennaio quando i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Salerno hanno deferito in stato di libertà una 44enne di origine polacca, ritenuta responsabile di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, oltraggio e interruzione di pubblico servizio.

I militari sono intervenuti a Salerno in Piazza Casalbore dove un autista di pullman aveva richiesto l’intervento dei carabinieri in quanto lamentava una possibile aggressione da parte di una donna.

Durante le fasi dell’identificazione da parte della pattuglia intervenuta, la cittadina polacca in evidente stato di alterazione psicofisica, avrebbe offeso e colpito con anche i carabinieri prima di essere bloccata e condotta presso gli uffici per la redazione degli atti.

L’autista e i militari non hanno riportato lesioni mentre a carico della donna è stato proposto il foglio di via obbligatorio dal Comune di Salerno oltre alla denuncia all’Autorità Giudiziaria. L’episodio di violenza si è verificato sulla linea 23.

A scatenare l’ira della donna polacca la richiesta dell’autista di indossare correttamente la mascherina: la donna, a quel punto, è letteralmente andata in escandescenza ed in pochi minuti dalle offese e minacce verbali è passata a quelle fisiche nei confronti del conducente.

“Un nuovo e vile atto di aggressione si è verificato. Al dipendente di Busitalia va tutta la nostra solidarietà, solo l’intervento delle forze dell’ordine ha evitato conseguenze peggiori”, hanno dichiarato Arpino e D’Amato, rispettivamente segretari generali della Filt Cgil e Uil Trasporti.

Le organizzazioni sindacali hanno evidenziato come, in questi mesi, “cresce sempre più la tensione e il malcontento tra gli autisti ed i verificatori che in questo delicato momento sono sempre in prima linea per garantire il “diritto alla mobilità”.

Da qui la richiesta di attivare quanto prima i sistemi di videosorveglianza e rimettere al centro delle discussioni la parola “Sicurezza” come bene comune per la salvaguardia del personale e degli utenti.

Lo scrive Le Cronache consultabile on line

1 Commento

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  • Secondo me oltre alle telecamere che possono essere sicuramente un deterrente, occorrono pene piu’ severe,e soprattutto la certezza della pena,cioe’ se io commetto un reato devo essere consapevole che vado in galera,senno’ tutto diventa inutile.

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