Covid, ok dal Cts per il protocollo sport: stop alle squadre con il 35% di positivi

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La Conferenza Stato-Regioni ha trovato un’intesa per il protocollo con le nuove regole Covid per gli sport di squadra. Ad annunciarlo su Twitter è la ministra gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini. Il documento detta regole più chiare sulla gestione dei contagi, sia per le squadre, sia per le Asl

Il documento è stato approvato oggi 14 gennaio dal Comitato tecnico scientifico. Alla stesura del protocollo hanno partecipato anche i vertici del Coni e della Lega di Serie A, oltre alla sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali

“Intesa in Conferenza Stato-Regioni sul protocollo con le nuove regole Covid per gli sport di squadra. Positivo il lavoro fatto per arrivare a questo risultato. I campionati vanno avanti”, ha scritto Gelmini dopo la Conferenza

Tra i nodi più complessi, la percentuale di positivi tra i componenti della rosa di una squadra (di calcio, basket o volley) oltre la quale una Asl può dichiarare l’esistenza di un focolaio. Tra le varie esigenze si è trovato un compromesso che stabilisce che il blocco dell’intera squadra avverrà se il numero di positivi è superiore al 35% dei componenti del gruppo atleti. Nella rosa di una squadra di calcio equivale a circa 11 contagiati

Nel protocollo sono indicati chiaramente gli obblighi di isolamento per i positivi e le regole di gestione dei contatti “ad alto rischio” e a “basso rischio”, per favorire il più possibile, in tutta sicurezza, la partecipazione gli allenamenti e le partite

Per i contatti ad alto rischio, vengono stabiliti test continui per cinque giorni, sul modello della “bolla”, con obbligo di indossare la Ffp2 se non si effettua attività sportiva, indipendentemente dallo stato vaccinale

Quanto ai contatti a basso rischio, sono da applicarsi le misure previste dalle indicazioni ministeriali, anche in relazione allo stato vaccinale. Nel testo, si insiste anche sulla necessità che per la sorveglianza siano utilizzati tamponi nel rispetto dei criteri definiti dal Ministero della Salute

Il nuovo protocollo è stato studiato per avere regole sicure e condivise da parte di tutte le amministrazioni, centrali e territoriali, per garantire parità di trattamento e dare certezza al prosieguo delle attività sportive. Si tratta in ogni caso di misure temporanee, da adattare con gradualità a diversi scenari e situazioni

Secondo Gelmini, il documento è “un punto di equilibrio ragionevole, a tutela sia del mondo sportivo che della salute pubblica”

“È un documento che prevede una procedura uniforme per tutte le Asl e quindi garantisce il corretto e regolare svolgimento dei campionati”, ha sottolineato Vezzali dopo il via libera all’accordo da parte della Conferenza Stato-Regioni, esprimendo la sua soddisfazione per un “risultato importante raggiunto con l’ascolto delle esigenze del mondo dello sport

L’obiettivo principale è stato “assicurare la prosecuzione dei campionati, con norme chiare e uniformemente applicate dalle aziende sanitarie locali. A valle di questi incontri è stata raggiunta un’intesa sul documento che vi è stato trasmesso”

La questione più delicata riguarda il calcio, con la Serie A che si è scontrata con la realtà dei contagi nella prima e seconda giornata di ritorno, tra rinvii, proteste e ricorsi. In ballo anche la situazione spettatori, che per le prossime due giornate vedrà sugli spalti massimo 5mila persone

La Serie A si è recentemente dotata di un proprio protocollo in “stile Uefa” per affrontare la questione delle quarantene e dei contatti stretti, meno stringente rispetto alle nuove regole prese oggi. Giovedì l’assemblea dei presidenti ha discusso anche del nuovo protocollo sport per aggiornare le regole del campionato

 

1 Commento

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  • E perché a scuola bastano solo tre positivi?
    Solita psicopandemia Ahuahuahuahu
    Piano piano si sveglieranno anche i covidioti , vedrete .

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