Variante Omicron: perché alcuni positivi sono invisibili

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Il mondo è alle prese con una nuova ondata di casi a causa della variante Omicron che, diffondendosi molto velocemente a causa della sua elevata trasmissibilità, continua a spingere verso l’alto i contagi in ogni Paese

Nonostante tutti gli Stati abbiano intensificato le misure per contrastarla, dalle restrizioni per i viaggi fino ai lockdown per i non vaccinati, Omicron si è diffusa in poche settimane in tutto il mondo

Gli studi sulla variante, sequenziata per la prima volta in Sudafrica a novembre, sono ancora parziali e in divenire, ma ad oggi si sa che la sua caratteristica principale è la capacità di trasmissione, molto più elevata della variante Delta

La sua rapidità fa sì che bastino pochi secondi a contatto stretto con una persona positiva per essere contagiati. Anche i tempi di incubazione sono più rapidi rispetto a Delta: si parla di 2-3 giorni

Inoltre, Omicron riesce a “bucare” la protezione anche della vaccinazione completa: anche gli immunizzati possono ammalarsi, ma nella maggior parte dei casi con sintomi più lievi

Secondo uno studio preliminare sudafricano, la variante Omicron è in possesso di un tasso molto più elevato di “trasporto asintomatico” rispetto alle varianti precedenti: tra coloro che si infettano, un grande numero è asintomatico

Lo studio ipotizza anche che questa “elevata prevalenza di infezione asintomatica” è probabilmente un fattore importante “nella diffusione rapida e capillare della variante a livello globale”

Quindi è anche per i positivi asintomatici che Omicron si diffonde con questa velocità: sono i cosiddetti “positivi invisibili”

Dato che le persone che non hanno sintomi non fanno il tampone, non sapendo della loro positività, vanno a lavoro, prendono i mezzi, mangiano al ristorante

Inoltre, segnalano gli esperti, Omicron potrebbe influire anche sui risultati dei tamponi rapidi, con un’incidenza di falsi negativi: tra i motivi ci sarebbe la sede di infezione preferenziale, non più nelle cavità nasali, ma in gola

Resta da chiarire quale sia la carica virale, e quindi la capacità di contagiare, dei positivi “invisibili”, asintomatici: secondo alcuni esperti, sarebbe comunque molto bassa

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