Covid, De Luca: In Campania 30 mila alunni positivi. Presidi fanno lavoro immane”

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In Italia, mentre ora si parla dell’elezione del Presidente della Repubblica, è bloccato tutto. Ho avuto la possibilità, negli ultimi giorni, di interloquire con i Ministri Giovannini e Cingolani, ma ho avuto la sensazione che tutto il resto sia fermo, immobile, soprattutto nella parte burocratico-amministrativa. E non è possibile avere un Paese bloccato in attesa dell’elezione del Capo dello Stato e quindi di sapere quale sarà il destino del Governo italiano”. Così il Presidente della Regione Vincenzo De Luca, nel corso della consueta diretta social del venerdì pomeriggio, ha fatto il punto sull’emergenza Covid in Campania e non solo.

“Quando a livello nazionale si stabilisce che si passa in zona gialla, se si supera il 10% di occupazione delle terapie intensive, bisogna riflettere su questo fatto. Lo scorso anno il Ministero della Salute ha stabilito per ogni regione qual è il numero di terapie intensive che può tenere aperte, in relazione alla popolazione. Su quali numeri si calcola oggi la percentuale di occupazione della terapia intensiva? In Campania è calcolato su 720 posti di terapia intensiva. Non è tollerabile che si faccia la stessa percentuale rispetto a regioni che hanno 300 posti in più disponibili di terapia intensiva denunciati. Con un discorso di verità, si capirebbe che miracolo abbiamo fatto per reggere come stiamo reggendo in Campania. Stiamo reggendo e per quello che ci riguarda non chiediamo la modifica dei colori. Guardiamo la sostanza. Vedremo come evolverà questo manicomio dell’Italia a colori e delle quarantene. Noi contesteremo questa spinta a centralizzare le decisioni a Roma. Il 100% del lavoro lo fanno le regioni. Da Roma mandano solo le circolari”, ha aggiunto il Governatore campano.

La situazione nelle scuole
“Per quanto riguarda la vicenda Covid-scuole, non so se siamo arrivati al picco del contagio. La sensazione che si ha è che abbiamo ancora un numero impressionante di morti per Covid. Da questo punto di vista siamo davvero in una situazione drammatica. Ma per quanto riguarda la situazione del contagio, da qualche giorno siamo fermi sotto i 200mila in Italia. Nessuno di noi è in grado di sapere cosa accadrà nei prossimi giorni. La sensazione è che si vada verso un qualche assestamento e questo lascia intuire che probabilmente da fine gennaio inizieremo ad avere una lenta discesa del contagio. Speriamo sia così. Dobbiamo stringere i denti. Anche perchè stanno crescendo i numeri dei vaccinati, anche quelli per la prima dose. Si stanno svegliando, meglio tardi che mai. La Campania sta reggendo bene. In relazione alle scuole continuo a registrare una posizione propagandistica del Ministero dell’Istruzione. Abbiamo tutti l’obiettivo di mandare in presenza gli studenti, ma non si possono chiudere gli occhi davanti alla realtà. Io devo esprimere il mio ringraziamento al personale scolastico che sta facendo un lavoro eroico in una situazione di confusione e difficoltà. Ad oggi il dato dei positivi che abbiamo in Campania nella fascia tra 0 e 13 anni è di circa 30mila bambini positivi. Questi sono i dati rilevati dall’11 gennaio ad oggi, negli ultimi dieci giorni. Nel periodo che va dall’11 al 19 gennaio i contagiati, sul territorio dell’Asl Napoli 1, sono stati 5mila. Se confrontiamo i dati con gli ultimi 10 giorni del 2021, si registra un incremento del 132%. In questi giorni non si capisce cosa fare. La situazione è caotica. Come ad esempio presso la scuola Salvemini di Napoli dove abbiamo una parte di alunni presenti e una parte a casa. I docenti e i presidi stanno facendo un lavoro eroico. Chi sta nelle scuole, che vive in una famiglia, sa come stanno le cose. Dobbiamo lavorare tutti per superare le emergenze che ci sono. Nella fascia di età 5-11 anni abbiamo raggiunto in Campania 102mila bambini vaccinati su 380mila. Questo è un dato molto importante. Siamo, inoltre, la seconda regione in Italia per la distribuzione dei farmaci antivirali. Avevano cercato di fregarci ancora una volta, ma pare che abbiano capito”.

L’elezione del Presidente della Repubblica
Tra i grandi elettori che da lunedì parteciperanno all’elezione del Presidente della Repubblica, tra i delegati della Regione Campania, c’è anche De Luca, che ha parlato dell’appuntamento: “Stiamo assistendo alla vicenda dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica che trovo francamente imbarazzante. In altre nazioni democratiche, quando c’è l’elezione del Capo dello Stato, si ragiona, oltre che sulle persone, sul programma che quella persona può rappresentare. Nel nostro Paese ragioniamo a prescindere dai programmi che possono interpretare queste persone. Ora è vero che in Italia il potere esecutivo è nelle mani del Presidente del Consiglio, ma fino ad un certo punto. Abbiamo visto negli ultimi anni che il potere di intervento del Presidente della Repubblica è diventato forte. Su un tema in particolare c’è una competenza diretta: il Presidente presiede il Csm, dunque, sarebbe bene sapere, in relazione alla riforma della Giustizia, quali sono le opinioni delle persone che si scelgono. Poi mi piacerebbe sapere qual è l’opinione del Capo dello Stato sulla sicurezza, sul Mezzogiorno, sulla sburocratizzazione, e così via. Negli altri Paesi democratici l’elezione di un Presidente è legata ai contenuti programmatici. E allora verrebbe voglia di dire che in Italia sarebbe meglio introdurre l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, anche per evitare queste immagini francamente imbarazzanti alle quali stiamo assistendo. Negli anni scorsi il tema si è posto, ma si è detto di no all’elezione diretta perchè siamo un popolo che ragiona a volte per istinto, senza ragionare molto. Questo è vero, avessimo avuto un’elezione diretta 6-7 anni fa ci saremmo trovati Grillo Presidente della Repubblica. Io non credo, alla fine l’Italia ragiona. Ma in ogni caso la democrazia è fatta anche di lezioni. I cittadini devono imparare a rispondere delle proprie responsabilità, perchè altrimenti pagano sulla propria pelle. E dunque io credo che anche dopo questa vicenda, di questi giorni, l’Italia possa imboccare la strada di un regime presidenziale alla francese: si elegge un Capo dello Stato in maniera diretta sulla base di un impegno programmatico, con il ballottaggio e dunque con la possibilità di riflettere. Sinceramente credo che ormai questo sistema istituzionale in Italia non regga più e sia ormai agli sgoccioli. E prima comprendiamo che è necessaria una grande riforma e meglio è, altrimenti andremo verso una balcanizzazione delle istituzioni e una crisi della democrazia in Italia”.

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