I presidi chiedono di semplificare i protocolli. Sileri: “Regole saranno riviste”

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“Completamente snaturato”. È così che Antonello Giannelli, Presidente dell’Associazione nazionale presidi, definisce il servizio nelle scuole. “I dirigenti e i loro collaboratori non riescono più a occuparsi di questioni scolastiche ma esclusivamente di problemi sanitari e parasanitari”, afferma

Secondo Giannelli, la situazione nelle classi è caotica e spesso il personale deve supplire alla “carenze” del sistema sanitario. “I dirigenti sono sottoposti a una pressione psicologica senza precedenti anche da parte dei genitori che chiedono loro conto della farraginosità della procedura e dell’inerzia delle ASL”, dice

Non solo. Anche i genitori dei ragazzi sono in difficoltà. “Nella maggior parte dei casi, sarebbero impossibilitati a lavorare se la scuola non ammettesse i loro figli alle lezioni in presenza. Con le conseguenze che possiamo immaginare sul piano sociale ed economico”, dice Giannelli

Il Presidente pretende risposte, ma accusa la politica di essere concentrata solo sull’elezione del Presidente nella Repubblica. “Il principio secondo cui l’emergenza non conosce regole è valido, ma un’emergenza perdurante da due anni non può tramutarsi in un cronico stravolgimento delle regole”, afferma. “Chi, come noi, è in trincea è a disposizione per contribuire alla semplificazione del protocollo di gestione dei casi di positività in classe”

Che una semplificazione ci sarà lo ha detto nei giorni scorsi anche il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi (in foto). Il problema è capire quando. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, per esempio, aveva detto che il protocollo sarebbe stato cambiato una volta che fossero aumentate le vaccinazioni nella fascia 5-11 anni

Una linea che sembra aver reiterato anche nelle ultime ore. “Nell’ultima settimana, nella fascia 5-11 anni, il numero di vaccinati è incrementato di circa 300mila. La percentuale aumenta in maniera molto veloce e questo significa che dovrà esserci una revisione delle linee guida quando sarà più elevata”

Tra le possibili novità, ci sono la riduzione del periodo di Dad per gli alunni a 7 giorni; la possibilità di anticipare il tampone di controllo dopo un contatto positivo o di non farlo in alcuni casi (studenti over 12 vaccinati e asintomatici); la semplificazione delle procedure per rientrare in classe; l’arrivo di una app per aiutare ragazzi e genitori ad orientarsi; l’introduzione di regole differenziate per vaccinati e non anche alle elementari

Al momento, l’attività viene sospesa con un caso nelle scuole d’infanzia e negli asili nido e scatta la quarantena per 10 giorni. Alle elementari, invece, si continua in presenza a fronte di un solo caso, ma con l’obbligo per tutti gli studenti di fare un tampone al giorno 0 e al giorno 5. Se invece i casi sono 2, si passa in Dad per 10 giorni. Prevista anche la quarantena per tutti, indipendentemente dal vaccino o dalla guarigione recente, al contrario di quanto avviene per la popolazione in generale e per i contatti extra-scolastici

Per medie e superiori, si applica l’autosorveglianza con un solo caso mentre se i contagi sono due solo possono continuare le lezioni in presenza (indossando le Ffp2) per gli studenti che hanno ricevuto la terza dose, che hanno completato il ciclo vaccinale primario da meno di 120 giorni o sono guariti dal COVID-19 da meno di quattro mesi. Per gli altri, si passa alla didattica da remoto. Quest’ultima viene attivata per tutti se i contagi sono almeno tre

“Abbiamo sempre considerato prioritario mantenere aperti gli istituti scolastici, garantendo la presenza in classe. Tutto questo per tutelare gli studenti, penalizzati già dal precedente anno scolastico”, ha detto a Sky TG24 il presidente del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli. “La scuola può essere in teoria un elemento” per l’accelerazione dei contagi, “ma è vero invece che è uno dei luoghi più sicuri

Secondo Locatelli, è comunque importante aumentare la percentuale di alunni vaccinati, soprattutto per la fascia 5-11 che, essendo ancora poco protetta, ha registrato una “diffusione maggiore dei contagi”. Lo confermano i dati. Secondo un’elaborazione della Società Italiana di Pediatra, nell’ultima settimana ci sono stati 400 ricoveri nei bambini tra i 5 e gli 11 anni rispetto ai 113 della settimana precedente

“La crescita del tasso di incidenza sta rallentando in tutte le fasce di età tranne che nei bambini sotto gli 11 anni per i quali risulta in aumento” afferma la presidente Sip Annamaria Staiano. “Esortiamo i genitori dei più di 2 milioni e mezzo di bambini che non hanno ancora ricevuto alcuna protezione ad iniziare al più presto il ciclo vaccinale per il loro figli“, aggiunge Rocco Russo responsabile tavolo tecnico vaccinazioni Sip

“Dobbiamo iniziare a immaginare un mondo dove le restrizioni, soprattutto nel mondo scolastico, siano ridotte. La curva ormai flette”, ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. “Adesso che la curva si sta stabilizzando e poi dovrà cominciare a calare è necessario semplificare e rendere più comprensibili le norme”, gli ha fatto eco Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna. “Per le scuole, bisogna fare in modo che anche per bambini e ragazzi vaccinati ci siano le stesse regole delle quarantene per gli adulti”

Il senatore Mario Pittoni, responsabile Dipartimento Istruzione della Lega e vice presidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, rilancia anche sull’introduzione di specifici sistemi di aerazione nelle classi. “Siamo pronti a ripresentare la proposta anti contagio nelle scuole basata principalmente su sistemi evoluti di ricambio e pulizia dell’aria, progetto al quale lavoriamo dal 2020”, ha detto

“In occasione dello scorso Milleproroghe il nostro emendamento fu dichiarato inammissibile. Ora, visto il clima favorevole, siamo alla ricerca del provvedimento più adatto a promuovere un’operazione che ha i suoi costi, coinvolge significativamente gli enti locali, ma può ridurre drasticamente il rischio di dover ricorrere alla didattica a distanza“, ha aggiunto Pittoni
Secondo un sondaggio realizzato da Tecnica della Scuola, otto partecipanti su 10 avrebbero voluto la didattica a distanza per tutto il mese di gennaio, per scongiurare un aumento dei contagi.  Sono stati interpellati insegnanti, dirigenti, personale Ata, ma anche genitori

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