Superbonus e bonus edilizi: 2,3 miliardi sequestrati da Gdf. Le operazioni più grosse

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Sono 2,3 i miliardi sequestrati dai finanzieri negli ultimi mesi nell’ambito dei controlli per intercettare i tentativi di frode sulla cessione dei crediti d’imposta sfruttando le agevolazioni dei vari bonus edilizi varati dal governo per sostenere la ripresa dopo l’emergenza coronavirus

A riaccendere i fari sulle truffe dei bonus edilizi sono stati ieri il premier Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco: hanno sottolineato come le agevolazioni siano state ideate prevedendo la cessione dei crediti senza controlli e hanno annunciato l’arrivo di modifiche senza il varo di un decreto ma con un emendamento, che potrebbe introdurre una sorta di tracciamento

Intorno al Superbonus e agli altri bonus edilizi è stata organizzata “una tra le più grandi truffe che la Repubblica abbia mai visto“, ha detto il ministro dell’Economia Franco riguardo agli illeciti emersi dai controlli dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Ha parlato di frodi per 4,4 miliardi e sequestri per 2,3 miliardi di euro. I controlli saranno quindi implementati, sempre più “selettivi e mirati” in base a un indice di rischio, passando al setaccio le attività tributarie, le verifiche antimafia, le ispezioni antiriclaggio e le banche dati

Il sistema prevedeva pochissimi controlli, ha confermato Draghi. E ha attaccato: “Alcuni di quelli che più tuonano oggi su Superbonus, sul fatto che queste frodi non contano, che bisogna andare avanti lo stesso, che l’industria non può aspettare… alcuni di loro sono quelli che hanno scritto questa legge, dove è stato possibile fare quello che si è fatto senza controlli. Se il superbonus oggi rallenta è per i sequestri deliberati dalla magistratura per questioni fraudolente per 2,3 mld. Ma naturalmente le somme oggetto di indagine sono molto, molto più alte”

Subito sono arrivate le controrepliche del Movimento 5 Stelle. Riccardo Fraccaro, uno dei padri del 110%, ha dichiarato che il premier “sbaglia due volte quando parla di truffe in edilizia: la prima perché fa di tutta un’erba un fascio confondendo il Superbonus con gli altri bonus. La seconda perché riconduce tutte le truffe al solo Superbonus 110%. Le truffe sono quasi esclusivamente relative ad altri bonus, non riguardano se non in minima parte il Superbonus

Il ministro Stefano Patuanelli, sempre del M5S, ha affidato ai “dati ufficiali trasmessi e citati dal direttore dell’Agenzia delle Entrate nel corso dell’audizione de 10 febbraio”, postati su Facebook, la sua reazione: il 46% delle frodi registrate sulle cessioni dei bonus fiscali riguarda il bonus facciate, il 34% l’ecobonus, il 9% il bonus locazioni/botteghe, l’8% il sismabonus e il 3% il Superbonus

Ma vediamo quali sono i dati e i sequestri recenti più importanti. “Al 31 dicembre la cessione dei crediti relativi ai bonus edilizi erano 4,8 miliardi per un controvalore di circa 38 miliardi di euro. Le cessioni di bonus edilizi intercettate dall’Agenzia delle Entrate ammontano a oltre 4 miliardi, di questi 2,3 già sono stati oggetto di sequestro, una quota significativa è già stata incassata”, ha detto il ministro Franco, ricordando che ci sono già in corso indagini delle

Uno degli ultimi sequestri risale al 31 gennaio 2021440 mln di fondi stanziati dallo Stato per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà erano finiti nelle mani di professionisti, imprenditori, commercialisti che non ne avevano diritto e che hanno creato e commercializzato falsi crediti d’imposta. La Guardia di finanza ha scoperto che avevano messo su una vera e propria associazione, con base a Rimini, che si era estesa in più regioni: ha sequestrato 378 mln e ha registrato gli indagati che al telefono ridevano della pandemia (“Il Covid ha portato bene”)

Nell’audizione alla commissione Bilancio del Senato, il capo ufficio tutela entrate delle Fiamme Gialle, il colonnello Paolo Consiglio, ha fatto un quadro di quella che è la situazione, sottolineando che le indagini hanno confermato “l’alto rischio di frode e riciclaggio” connesso alla circolazione dei crediti, dovuto alla possibile natura fittizia di questi ultimi ma anche all’utilizzo di capitali illeciti per l’acquisto e allo svolgimento di attività finanziarie abusive

Ha anche messo in evidenza quali siano le frodi più ricorrenti: lavori edilizi dichiarati sulla carta e mai avviati, crediti che vengono ceduti più volte con uno schema “a catena” che ha proprio lo scopo di ostacolare i controlli e l’accertamento delle responsabilità, immobili sui quali sarebbero stati eseguiti gli interventi agevolati non riconducibili ai beneficiari che originariamente hanno avuto accesso ai benefici, lavori incompatibili con le dimensioni imprenditoriali di chi li effettua

Nel documento consegnato al Parlamento sono citate 4 grandi frodi scoperte. Oltre a Rimini, c’è l’indagine di Roma che ha portato a novembre al sequestro di oltre 1,3 miliardi in due operazioni: una ha riguardato una società che si proponeva in rete come soggetto capace di far ottenere ai clienti liquidità mediante lo smobilizzo immediato di crediti d’imposta, mentre la seconda ha portato alla luce un sistema di creazione di crediti inesistenti attraverso soggetti che avevano un profilo reddituale nullo o imprese di dimensioni e attività modeste o in perdita

Altri 110 milioni di crediti fittizi sono stati sequestrati a Napoli in un’indagine che ha riguardato un consorzio che, attraverso una rete di procacciatori, si spacciava come general contractor per l’esecuzione di lavori ai privati, ai quali veniva fatto sottoscrivere un contratto per “appalto lavori con cessione crediti d’imposta”

Il 1 febbraio, infine, sono stati i finanzieri di Perugia a sequestrare 103 milioni: anche in questo caso è venuta alla luce l’inesistenza dei crediti d’imposta chiesti per il bonus facciate, il bonus patrimonio edilizio e il bonus locazioni visto che i lavori o non erano mai stati fatti o sono stati eseguiti in parte oppure c’erano dei contratti d’affitto falsi

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