Guerra, la reazione di Mosca: stop ai dipinti russi nelle mostre italiane

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La guerra in Ucraina si allarga anche al mondo dei musei. Il ministero della Cultura del governo di Vladimir Putin risponde alle sanzioni adottate dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea invitando ambasciate e rappresentanze all’estero a farsi restituire tutte le opere d’arte date in prestito ai Paesi ostili. La decisione riguarda da vicino l’Italia: tutte le iniziative dell’Anno incrociato dei musei Italia-Russia sono state sospese con effetto immediato.

I quadri russi in mostra in Italia tornano a casa

Il ministero della Cultura italiano indica in una circolare che le attività di promozione culturale istituzionale con la Russia sono sospese, “con il conseguente ritiro di ogni atto amministrativo relativo a qualunque forma di partnership e collaborazione in corso e a eventuali istruttorie prodromiche al rilascio di patrocini”.

Le conseguenze sono immediate. L’Ermitage ha ordinato il rientro dei 25 quadri esposti alla mostra-evento Grand Tour. Sogno d’Italia da Venezia a Pompei in corso alle Gallerie d’Italia di Milano. Il museo di San Pietroburgo riporta a casa pure la Giovane donna con cappello piumato di Tiziano, una delle opere principali della mostra in corso a Palazzo Reale a Milano sul maestro del colore e la figura della donna veneziana nel ‘500, e la Giovane donna di Pablo Picasso (la modella Fernanda Olivier) sbarcata per la prima volta a Roma per un’esposizione gratuita alla Galleria Rhinoceros prevista dal 15 febbraio al 15 maggio.

Palazzo Roverella di Rovigo sarà costretto a restituire alla collezione del Museo statale dell’Ermitage gli 80 capolavori del grande maestro russo Vasilij Kandinskij. La mostra Kandinskij. L’opera / 1900-1940, prevista fino al 26 giugno, è senza precedenti in Italia per numero e qualità dei dipinti presentati, non solo del padre fondatore dell’astrattismo ma anche di suoi “compagni di strada” come Gabriele Münter, Paul Klee, Arnold Schönberg, Alexej von Jawlensky e Marianne von Werefkin.

In base alla decisione del ministero russo della Cultura – chiarisce il direttore dell’Ermitage Michail Borisovič Piotrovskij in una nota inviata al direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina e al presidente di Skira editore Massimo Vitta Zelman – tutti i prestiti in essere devono essere restituiti dall’estero alla Russia e come sapete l’Ermitage è un museo statale che dipende dal ministero della Cultura”.

La replica di Franceschini all’Ermitage

Capisco perfettamente che questa decisione vi creerà grande dispiacere e inconvenienti – aggiunge Piotrovsky – e spero nella vostra comprensione”. Piccata la replica di Dario Franceschini. “A me pare evidente che quando un proprietario chiede la restituzione delle proprie opere – commenta il ministro della Cultura –, queste debbano essere restituite”.

Tutte le opere dovrebbero tornare a San Pietroburgo a fine marzo, anche se da Palazzo Roverella fanno sapere che “al momento non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di rientro delle opere in prestito dai musei russi”.

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