Quando l’oblio della storia diventa oblio della realtà (di G. Fauceglia)

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Resto davvero attonito di fronte al disprezzo manifestato da coloro che in questi giorni hanno evocato una “mistica della resistenza”, di cui sarebbe affetto il popolo ucraino di fronte all’aggressione russa.

In sostanza, in tal modo, si intenderebbe, di fatto, negare ad uno Stato libero e democratico il diritto, per altro sancito dall’ONU, di resistere a fronte dell’ingiustificata e grave violazione del proprio territorio.

Invero, questi intellettuali “da salotto”, che approfittano della grave crisi in atto per assurgere agli onori della cronaca, avrebbero voluto che il governo dell’Ucraina consegnasse il Paese nelle mani del dittatore russo, senza colpo ferire, in totale acquiescenza delle mire espansionistiche e di conquista, che svelano le vere ragioni della guerra.

Si è cominciato, così, per giustificare l’azione di Putin, richiamando le indubbie contraddizioni dell’Europa e le ondivaghe ed incerte politiche della NATO (che, tra l’altro, ha da tempo escluso l’adesione dell’Ucraina, proprio in costanza di ragioni geo-politiche di non poco rilievo).

Questa posizione, in effetti, mi ricorda un noto proverbio, un tanto scurrile ma di grande efficacia, ripetuto tra noi (un tempo) ragazzi di strada,  qui  sostituito, con formula molto più “educata”, con l’espressione: “si vuol fare la pace con la pace eterna degli altri”.

Nessuno, ovviamente, può oggettivamente negare che la “pace” sia un valore assoluto da perseguire in ogni tempo, con ogni mezzo e con la più ferma volontà, ma per raggiungere questo risultato resta fondamentale la cooperazione delle due parti in campo, e non basta la resa incondizionata di una di queste.

Mi pare, però, che dietro la posizione dei pacifisti “de noantri” (un po’ all’amatriciana !!) si nasconda non una semplice presa di posizione politica, con tutta evidenza filo-russa, ma si manifesta (come ha acutamente osservato Ernesto Galli della Loggia) una profonda trasformazione di una parte delle cc.dd. classi dirigenti del nostro Paese: la cancellazione della storia (un tempo, ritenuta “maestra di vita”) come elemento strutturale dell’esperienza. Si registra, in tal modo, l’oblio del valore, di portata non compromettibile, della democrazia e della autodeterminazione dei popoli, della indipendenza nazionale, della sovranità degli Stati.

Finisce, in tal modo, per essere posto sullo stesso piano, la malvagità dei bombardamenti e la legittima resistenza delle popolazioni colpite dalla bombe; l’uso ormai certo di armi non convenzionali e i ventenni ucraini che hanno scelto di combattere per difendere il loro Paese.

L’etica della pace si è così trasformata in un moralismo ipocrita ed utilitaristico, governato dal rifiuto di aiutare il popolo aggredito, il più debole e che sopporta conseguenze non volute.

I critici della “mistica della resistenza” dovrebbero avere ben chiaro, se solo fossero ispirati da vera onestà intellettuale, che la libertà loro riconosciuta di esporre gli argomenti più balzani è frutto non già di “trattative con abdicazione dei principi”, ma del prezzo pagato dalle democrazie di fronte alla barbaria nazi-fascista e della resistenza allo stalinismo e ai suoi effetti.

Dovrebbero ricordare che il numero delle testate nucleari NATO sul territorio europeo è attualmente sceso del 98% rispetto al livello raggiunto all’apice della guerra fredda, e che ulteriormente e drasticamente ridotto risulta anche il numero delle forze presenti sul territorio dei Paesi aderenti all’Alleanza Atlantica.

Dovrebbero ricordare che Putin nel 2008 ha attaccato la Georgia; che nel 2013 ha utilizzato, in favore dell’altro dittatore Bashar Assad in Siria, armi chimiche e di distruzione di massa, provocando nella sola Damasco la morte di 1500 persone e di 400 bambini,; nel 2016 ha bombardato, radendola al suolo, la meravigliosa città di Aleppo e nel 2014 ha invaso la Crimea, territorio della Repubblica Ucraina.

Il tutto senza che l’Occidente muovesse un dito, con il Presidente USA, Obama, che prima dichiarò invalicabile il limite dell’utilizzo di armi chimiche e poi nascose il suo volto di fronte alle atrocità compiute dalle truppe russe e siriane; per non parlare del massacro dei ceceni sempre compiuto sempre da Putin.

Di fronte a queste atrocità, la codardìa di chi vuole voltarsi dall’altra parte non può essere accettato, significherebbe offrire al dittatore russo il pretesto o il motivo per compiere nel futuro prossimo altre e ancora più gravi aggressioni. Per questo urlo, senza se e senza ma: “Viva l’Ucraina libera e democratica !!. Viva il suo eroico popolo !!”.

Giuseppe Fauceglia

3 Commenti

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  • Grande prof Fauceglia, senza e senza ma, analisi politica coerente con i valori italiani nati dalla resistenza con i nazifascisti, viva il popolo Ucraino e viva la libertà, a morte il tiranno..

    .

  • Nessuno nega che la pace sia condivisione di certe scelte, e nessuno nega che l’Ucraina, abbia il sacrosanto diritto di esistere ed essere indipendente, come nessuno nega l’aggressione da parte di Putin e della Russia. Ma prof. Fauceglia, non può negare che l’oblio della storia, ahimè è un morbo, di cui ella è affetto, che anche il Vietnam, aveva una sua sovranità, anche la Cambogia, anche il Cile di Allende, aveva una sua sovranità, e così via, e quelli che sono scesi in piazza all’epoca, per difendere la libertà e l’autodeterminazione dei popoli, erano soli, di fronte alla ipocrisia delle democrazie occidentali. MORALE LA RUSSIA SI MACCHIA DI CRIMINI CONTRO L’UMANITA’ COME GLI STATI UNITI SI SONO MACCHIATI DEGLI STESSI CRIMINI IN INDOCINA ED IN ALTRI PAESI. INSOMMA CHI E’ IL PIU’ FORTE ECONOMICAMENTE E MILITARMENTE HA SEMPRE RAGIONE MA IO NON DIMENTICO LA STORIA IN NESSUN ASPETTO

  • L’aggressione russa ha violentemente scosso le certezze che la civiltà avesse vinto la barbarie. In realtà, tanti segnali quotidiani, anche su scala infinitamente minore, avrebbero dovuto farci rendere conto che, analizzando a fondo il meccanismo delle azioni umane, i tentativi di sopraffazione non si sono affatto sopiti. la risposta è che per ogni uomo, nel suo stesso cervello, esiste un equilibrio variabile tra la struttura antica, paleocorteccia, che soprassiede alle reazioni istintive, e la neocorteccia, che presiede alla razionalità. Dipende dalla sua cultura e dalle circostanze, quale delle due parti prende il sopravvento. Dalle situazioni di crisi di nazioni con a capo regimi autoritari (Cina, Corea del nord, Myanmar, Iran, Siria, Ciad, ecc), terrorismo islamico, passando alle organizzazioni mafiose del nostro Paese, fino ai conflitti di coppia, il ricorso alla violenza è una costante predominante. Persino figure morali, come autorità religiose, autocertificandosi come ambasciatori del loro Dio, hanno o possono scatenare conflitti tra popoli. Infine, anche all’interno delle democrazie aumentano le tentazioni autoritarie di tanti ducetti. Per comporre un dissidio tra due parti, esistono due alternative: o ricorrere a un arbitro, giudice indipendente, o sopraffare con la forza il più debole. Nel caso Russia-Ucraina, non ricorrendo un giudice super partes, da cui l’invasione. Nulla induce all’ottimismo.

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