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Tamponi e mascherine, stop prezzi calmierati. Cosa succede ora

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Lo stato d’emergenza è ufficialmente finito il 31 marzo e dal 1° aprile è tornato il rischio di consistenti aumenti del prezzo per mascherine chirurgiche e Ffp2 e tamponi in farmacia. La fine dello stato di emergenza ha decretato anche lo stop delle norme per i prezzi calmierati di questi dispositivi

A spiegare la nuova situazione è Ferderfarma, l’associazione dei farmacisti titolari, in una circolare alle associazioni provinciali e regionali. Nella circolare si legge che per le mascherine chirurgiche, riporta l’Adnkronos Salute, l’ordinanza che fissava il prezzo calmierato a 0,50 euro “non è più applicabile a decorrere dal 1° aprile 2022”

Dalla stessa data si ricorda poi che sono scadute anche le deroghe per la vendita di alcuni prodotti. Non saranno più vendibili “le mascherine chirurgiche la cui etichettatura non è in lingua italiana ma in altra lingua utilizzata nell’Unione europea”, spiega la circolare

Federfarma ricorda che la validità del prezzo calmierato delle mascherine Ffp2, stabilito in 0,75 euro, “è esplicitamente prevista fino al 31 marzo 2022″. Ora “il prezzo al pubblico di tali dispositivi è libero anche per quelle farmacie che hanno volontariamente aderito al protocollo”

Anche in questo caso non sono più applicabili le autorizzazioni per prodotti non etichettati in lingua italiana e autorizzate in deroga

Sempre da ieri, è terminata l’efficacia del protocollo d’intesa tra Ministero della Salute, Commissario per l’emergenza e associazioni dei farmacisti che rendeva obbligatori prezzi calmierati e stabiliva modalità di esecuzione dei tamponi in farmacia

Le farmacie potranno comunque continuare a “somministrare i test mirati a rilevare la presenza di anticorpi IgG e IgM e i tamponi antigenici rapidi per la rilevazione di antigene Sars-Cov-2″, se dotate di uno spazio igienicamente adeguato

Le farmacie quindi possono vendere i tamponi a prezzo libero. Potendosi muovere in autonomia, il rischio è che si torni alla situazione di dicembre, prima dell’accordo nazionale, quando i prezzi per i test antigenici viaggiavano tra i 20 e i 40 euro, gravando sulle tasche dei cittadini

Secondo Federfarma, il Ministero della Salute sta valutando l’opportunità di prorogare alcune disposizioni del protocollo d’intesa anche successivamente al 31 marzo, specialmente per quel che riguarda i tamponi in farmacia

“Per senso di responsabilità abbiamo inviato una lettera a tutte le oltre 14mila farmacie che effettuano tamponi”, ha spiegato Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, al Sole 24 Ore, “invitando a mantenere il prezzo calmierato attuale di 15 euro per l’esecuzione dei tamponi antigenici rapidi. Un consiglio che sono certo sarà raccolto dagli addetti ai lavori sul territorio”

 

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