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Salerno non ha memoria storica (di Enzo Todaro)

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Colpevolmente fanno cadere sulla tomba di uomini illustri la polvere dell’oblio. Solo se il ricordo è interessato la macchina pubblicitaria si mette in moto.

Succede anche che uomini anonimi assumono i contorni della notorietà.
Senza, peraltro, ricordare all’opinione pubblica che strade cittadine, non periferiche, sono intestate a uomini e donne che in vita si sono spesi, ognuno nel proprio campo professionale, per un salto di qualità della comunità salernitana.

Purtroppo, anche in questo delicato settore non vale la celebre livella di Totò, ovvero del Principe De Curtis.

Si dà il caso, ad esempio, del silenzio, senza soluzione di continuità sul Sindaco do Salerno per antonomasia, Alfonso Menna.

Nessuno può mettere in dubbio il suo amore per Salerno, la sua cristallina onestà nell’esercizio di primo cittadino. Eppure, egli era nato a Domicella un piccolo centro della provincia di Avellino.

La data della sua nascita come quella della sua morte passano inosservate. Si può discutere di alcune sue scelte politiche ed amministrative ma non si può disconoscere il grande contributo dato per una Salerno moderna.

Oggi è facile affermare che il porto commerciale dovesse essere ubicato lungo la fascia costiera a sud di Salerno, che gli insediamenti industriali in gran parte hanno dato forfait.

Non si tiene nessun conto che a quel tempo erano scelte politiche da tutti condivise tranne dall’opposizione di natura politica.

Fra qualche anno forse diremo che le ubicazioni dello stadio “Arechi” e dell’Ospedale “Ruggi d’Aragona” erano sbagliate. Come pure la costruzione della Cittadella Giudiziaria nel cuore pulsante della città.

Il progetto che prevedeva la costruzione del “Palazzo di Giustizia” a sud di Salerno fu bocciato.

Nel prossimo futuro qualche uomo libero, di ultima generazione, ne dirà o ne scriverà le motivazioni

di Enzo Todaro

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