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Rimedio per i bilanci in rosso: il Comune di Salerno presenta al Governo il «piano salva città»

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Il Comune di Salerno presenta oggi al Governo la richiesta di adesione al cosiddetto «Patto salva città», ovvero al complesso di misure per il riequilibrio finanziario previste dal decreto legge n. 50/2022 che implicano la sottoscrizione di un accordo per il ripiano del disavanzo.  Il disavanzo del Comune di Salerno è causato principalmente dalla riduzione dei trasferimenti erariali, non compensata dall’aumento del prelievo fiscale locale: per ciascun anno dal 2011 in poi, le entrate, tra prelievo fiscale e trasferimenti, si sono ridotte, rispetto al 2010, in media di circa 14,4 milioni di euro.
Nonostante un costante sforzo di contenimento delle spese, per mantenere inalterato il livello dei servizi erogati il Comune ha dovuto fare ricorso alle anticipazioni di liquidità, con conseguente appesantimento della spesa annuale per la quota di rimborso del capitale e interessi passivi per un importo medio annuo di 8,82 milioni di euro. L’adesione al Patto non è obbligata, bensì è il risultato di una ponderata valutazione di convenienza. Sono in corso di discussione, in sede di conversione del decreto legge, gli emendamenti proposti dall’ANCI che prevedono lo stanziamento di un contributo complessivo di 350 milioni di euro per il periodo 2022-2031 per il ripiano del disavanzo dei comuni che aderiscono al Patto. Tale opportunità consentirebbe al Comune di Salerno di impostare un percorso di riduzione del disavanzo con impatto minimo sui cittadini.
Il piano presentato dall’Ente accoglie tutte le misure previste dal Patto. Ci si propone di agire, in particolare, sul lato delle entrate, attraverso lo sviluppo della digitalizzazione, il rafforzamento della riscossione, la valorizzazione del patrimonio, la razionalizzazione delle società partecipate, e, sul versante delle uscite, attraverso la riduzione delle spese che non incidono sulla quantità e qualità dei servizi al cittadino, la riorganizzazione degli uffici dell’Ente, l’efficientamento energetico.
Benché il decreto conceda ai comuni aderenti la possibilità di incrementare l’addizionale comunale all’IRPEF oltre i limiti di legge e l’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale per passeggero, l’Ente ha ritenuto di non avvalersi di tale facoltà per l’anno in corso, prevedendo soltanto come estrema ratio l’aumento dell’addizionale IRPEF dal 2023 al 2026 e dei diritti di imbarco, con il ritorno dal 2027 alla situazione originaria. Nel caso in cui il contributo Anci venga concesso l’ente rimodulerà il piano agendo prioritariamente sulla riduzione dello sforzo fiscale per i cittadini.
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