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Campania, schiaffo al carabiniere in piazza: “Ero curioso di capire che succedeva”

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Il caldo fa brutti scherzi. È probabilmente questa la spiegazione che un carabiniere si è dato, dopo aver ricevuto un sonoro schiaffone in piazza, senza alcuna causa scatenante, da un ragazzo di 23 anni residente a Villaricca, provincia nord partenopea.

Piazza San Giacomo, cuore di Napoli. È in corso la manifestazione in occasione della “Giornata mondiale del Rifugiato”, con un migliaio di persone. Tutto nella norma e ordine pubblico garantito dalle diverse decine di militari impiegati che osservano la manifestazione. Sono le 13 e in piazza c’è anche il 23enne che sta passeggiando.

Il giovane che fa? Si avvicina tranquillo al contingente del reggimento Campania, guarda il militare e lo colpisce al volto con uno schiaffo. L’aggressore – che non oppone alcuna resistenza – viene immediatamente bloccato e identificato. Denunciato a piede libero, il ragazzo si è però giustificato.

Dice che «era curioso» di vedere quale reazione avrebbe ingenerato nel militare una volta colpito. Il carabiniere sta bene e non ha voluto ricorrere a cure mediche. «Non c’è alcun collegamento tra il 23enne denunciato e la manifestazione che è terminata tranquillamente verso le 14.30», fanno sapere dall’Arma.

LA NOTA DELLA Segreteria Regionale NSC Campania

Vicinanza e solidarietà da NSC – Nuovo Sindacato Carabinieri al collega in servizio al 10° Reggimento Carabinieri Campania colpito al volto da un giovane 23enne durante un servizio di ordine pubblico a Villaricca (NA) nel corso della manifestazione organizzata in occasione della “Giornata mondiale del rifugiato”.

“Ero curioso di vedere la reazione del Carabiniere dopo lo schiaffo” questa la dichiarazione del 23enne che in risposta ha ricevuto fermezza e compostezza professionale.

Una risposta esemplare che inorgoglisce questa O.S. per il comportamento encomiabile assunto dal Carabiniere ma, al contempo, preoccupa il gesto del giovane curioso che, superando la soggezione psicologica ha violato norme che regolano la vita di una comunità; i rapporti tra i cittadini e quelli con lo Stato quando si manifestano con gli operatori di Polizia.

Pecorella, capra, coglione, ne abbiamo subite tante e spesso evitato di denunciare nella certezza della pena in caso di offesa all’onore ed al decoro degli Agenti e degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria ma, oggi, è il caso di chiedersi se è stato efficace ma soprattutto giusto il corposo intervento di depenalizzazione attuato con il D.Lgs. n.7 del 15 gennaio 2016.

 

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