Il costo del carburante frena l’autotrasporto e non solo (di Tony Ardito)

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Secondo l’Ufficio Studi della Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre Ggia, anche i taxisti, gli autonoleggiatori con conducente (ncc), i bus operator, gli agenti di commercio e i piccoli trasportatori sono allo stremo, in attesa che l’Agenzia delle Entrate consenta alle imprese di autotrasporto di recuperare una parte delle accise sui carburanti dei mezzi con massa complessiva superiore alle 7,5 tonnellate. Con il gasolio per autotrazione che da giorni ha superato i 2 euro al litro, molte attività stanno lavorando in perdita.

Se si tiene conto che per queste categorie il carburante incide per il 30 per cento circa sui costi di gestione totali, a seguito di questi rincari il quadro generale risulta drammaticamente peggiorato. Peraltro, nell’ultimo anno, il prezzo alla pompa del diesel è aumentato del 50 per cento. Pertanto, senza aiuti, i professionisti della strada cosiddetti rischiano il fermo. Nelle settimane scorse il caro gasolio ha già costretto allo stop il settore della pesca.

A differenza dei colleghi europei, le categorie richiamate dispongono di servizi inferiori e subiscono costi fissi superiori. Se ad esempio in Olanda, in Germania e in buona parte della Spagna le autostrade sono gratis, in Italia i pedaggi sono tra i più cari d’Europa. Senza contare che abbiamo un deficit logistico/infrastrutturale spaventoso che, secondo il Ministero delle Infrastrutture, costa al sistema economico del Paese 40 miliardi di euro all’anno.

Nel decreto Aiuti, approvato dal Consiglio dei Ministri il 18 marzo scorso, oltre alla riduzione delle accise sono state introdotte anche delle misure specifiche per l’autotrasporto, ma queste – non ancora esecutive – interesseranno marginalmente i piccoli padroncini, in particolar modo i monoveicolari.

Si tenga presente che il credito di imposta per il rimborso delle accise sui carburanti è previsto per legge anche per i taxisti e per i bus scolastici. Per gli autonoleggiatori con conducente, invece, questo beneficio è riconosciuto solo a coloro che hanno la licenza rilasciata da amministrazioni comunali dove non sono presenti i taxi. Il credito di imposta non è previsto per gli agenti di commercio e per i bus turistici.

La Ggia sostiene che per far muro contro l’impennata dei prezzi dei carburanti, l’unica soluzione praticabile è quella di introdurre un tetto temporaneo al prezzo alla pompa, cosa che ovviamente andrebbe fatta pure per il gas. Il decreto taglia accise che ha ridotto per legge di 25 centesimi al litro il prezzo alla pompa di benzina e diesel è stato abbondantemente fagocitato: i rincari hanno ormai annientato lo sconto.

La misura che scade l’8 luglio va nuovamente prorogata e accompagnata dall’introduzione di un price cap su benzina e diesel, almeno fino alla fine della prossima estate. Un provvedimento, quest’ultimo, che deve essere approvato a livello nazionale. Bruxelles infatti – così come per il gas – pare non si mostri incline alla introduzione di tali misure di mitigazione del caro energia.

di Tony Ardito

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