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Concerti: il ritorno di Hub Music Project in Largo Barbuti a Salerno

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Dopo tre anni di assenza, torna nella cornice di Largo Barbuti, Hub Music Project, l’innovativo hub musicale voluto da Alfredo Siniscalco, Gianluigi Palamone, Toto Valitutti e Giuseppe Riccio per proporre a una platea di salernitani e non solo, eventi di qualità, nel segno della contaminazione e della contemporaneità, con artisti italiani e internazionali. Due le serate che caratterizzeranno l’edizione 2022, patrocinata dall’amministrazione comunale di Salerno.

Si parte il 27 luglio con il grande ritorno dei 24 Grana, reduci da una lunga tournèe che ha registrato numerosi sold out e il 28 doppio appuntamento con Allysha Joy preceduta da Alessandro Rebesani, in arte Rbsn, evento realizzato con il sostegno della Fondazione della Comunità Salernitana presieduta da Antonia Autuori. “Dopo le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria – spiega Alfredo Siniscalco – siamo felicissimi di poter tornare ad occupare uno spazio storico, come largo Barbuti, che rappresenta simbolicamente il cuore della città e che da tempo è set di diverse manifestazioni ed iniziative culturali. Queste due serate saranno un momento di grande gioia e di festa per gli amanti della musica e per chi vorrà trascorrere un momento diverso dal solito all’insegna della qualità”.

Primo appuntamento il 27 luglio con i 24 Grana che presenteranno l’album “A Raccolta”. Il disco antologico, rilasciato in primavera, è stato pubblicato in occasione della celebrazione dei 25 anni dalla loro prima omonima uscita discografica. Stampato solo in formato Vinile Limited Edition (oltre alla presenza sulle principali piattaforme streaming), contiene undici brani originali rimasterizzati, nei quali si legge la storia di una delle band più importanti della scena napoletana degli ultimi venti anni, più la Title Track “A Raccolta”, la prima canzone incisa dal gruppo dopo una lunga pausa, con l’importante featuring di Clementino. On stage la formazione storica: Francesco Di Bella (voce e chitarra), Renato Minale (batteria), Armando Cotugno (basso e voce), Peppe Fontanella (chitarra), al loro fianco un quinto elemento, Gino Giovannelli (tastiere).

I 24 Grana fanno parte di noi, sono stati una parte fondamentale della nostra vita artistica e personale. Dopo diversi anni di stop, ci siamo resi conto che, nelle nostre vite senza band, c’era un vuoto che andava colmato. Un vuoto umano e creativo – spiegano i musicisti –  Così, abbiamo deciso di vederci in sala prove, noi quattro membri originari, per il puro piacere di fare una suonata tra vecchi amici. Il sound della band si è subito ricomposto e ci siamo trovati a scrivere ed arrangiare un nuovo brano. Nell’autunno 2019, abbiamo raggiunto il nostro bassista Armando, che vive a Londra, per registrarlo agli Abbey Road Studios.  Tutto questo ci ha trasmesso una grande energia, e quindi abbiamo deciso che l’uscita dell’album doveva coincidere anche con un tour in primavera. Vogliamo incontrare tutti quelli che continuano a seguirci e a cui siamo mancati, ma anche i più giovani che ci ascoltano e che non hanno avuto la possibilità di ascoltarci dal vivo in passato. Ci sembra il momento giusto per una chiamata A Raccolta”.

I 24 Grana nascono a Napoli a metà degli anni ’90 come trio composto da Francesco Di Bella, chitarra e voce; Armando Cotugno, basso; Renato Minale, batteria, prendendo il loro nome da una moneta del regno di Ferdinando I d’Aragona, una moneta povera, a sottolineare tanto il legame con la tradizione artistica partenopea quanto la vicinanza a una cultura che al denaro dà poco valore.

In quegli anni l’Italia era caratterizzata da un grande fermento sociale e culturale, accompagnato dal movimento musicale che trova la sua migliore espressione nelle posse e nel dub. Con l’ingresso di Giuseppe Fontanella alla chitarra il gruppo assume la formazione definitiva. Il loro sound cerca di unire l’energia tribale e la dinamicità del suono digitale in una miscela di dub, reggae, rock. Il loro esordio discografico è avvenuto nella compilation “AA.VV. Napoli Sound System” (La canzonetta Record, 1995) con la canzone “Regina”.

Nel 1996 dall’incontro con Claudio de Cristofaro – che sarà il loro manager fino al dicembre 2009 – nasce il rapporto discografico tra il gruppo e la casa editrice musicale La Canzonetta Record inaugurata con l’uscita del primo lavoro, “24 Grana”, un EP contenente quattro brani. Questo mini cd viene presto seguito dall’album “Loop” del 1997. Parallelamente prende quota la loro attività live che li inizia a portare in tour sia nel nostro paese che in Francia e Spagna – dove rappresentano l’Italia alla Festa della Musica – Slovenia, Svizzera.

Dopo solo un anno il gruppo decide di registrare un album dal vivo, “Live” del 1998, che documenta un unico concerto al Teatro Nuovo di Napoli, catturando tutta la loro energia. In questo periodo sono costantemente in tour, ma nel 1999 hanno però modo di registrare, nell’isola di Procida, un nuovo album, “Metaversus”. Dopo aver realizzato insieme agli artisti Bianco-Valente una videoinstallazione, Welcome-X, i 24 Grana firmano le musiche per il balletto “Roc”, messo in scena al Teatro Mercadante.

Nel 2001 esce “K album”, seguito nel 2002 da un nuovo album dal vivo, “Overground live”. Dopo la partecipazione al Tora! Tora!, e l’inclusione di “Stai mai ccà” nella colonna sonora del film “Fame chimica”, la band pubblica nel 2003 “Underpop”, un album nel quale la band rafforza la presenza della lingua italiana nei testi, fino ad allora prevalentemente in dialetto napoletano. Nel 2004 la band va in tour il Giappone dove suona all'”Italian Urban Festival” di Tokyo. Nell’ottobre 2005 esce GE-2001, compilation pubblicata in allegato al quotidiano Il manifesto per raccogliere fondi per i processi seguiti ai Fatti del G8 di Genova. Vari gli artisti che parteciperanno all’iniziativa, tra questi anche i 24 Grana con un brano su un detenuto politico, “Kanzone doce”.

Nel 2006, La Canzonetta Records pubblica la seconda edizione della compilation che vide l’esordio dei 24 Grana: “Napoli Sound System vol. 2” cui partecipa con una rivisitazione del brano “Passover” dei Joy Division. Nel 2007 la band si trasferisce temporaneamente a Roma per lavorare a un nuovo album, “Ghostwriters”, uscito il 31 gennaio 2008, realizzato con la produzione artistica di Daniele Sinigallia e le partecipazioni di Filippo Gatti, Riccardo Sinigallia e Marina Rei. Nel maggio del 2008 la compilation “26 canzoni per Peppino Impastato” pubblicata da il manifesto cd e curata dalla OctopusRecords li vede partecipare con la canzone in lingua siciliana “Stancu Sugnu”.

Nella compilation ventisei artisti italiani si confrontano con l’esperienza politica e umana del giornalista ucciso dalla mafia la notte tra l’8 ed il 9 maggio 1978 e dei suoi compagni di vita e di lotta. Nell’edizione 2008 del MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti vincono il premio PIMI come miglior gruppo e il premio come rivelazione indie rock per l’album “Ghostwriters”. A cavallo tra il 2010 e il 2011 il bassista Armando Cotugno lascia la band e viene sostituito da Alessandro Innaro, proveniente dagli apprezzatissimi EPO. I 24 Grana iniziano a lavorare a un nuovo album insieme a Steve Albini (già produttore di Nirvana, Pixies e PJ Harvey) nei suoi studi Electrical Audio di Chicago.

Così nasce “La stessa barca”, album che vede la luce il 18 gennaio 2011. A novembre del 2013 il gruppo decide di prendersi una lunga pausa, durante la quale Francesco Di Bella si dedica alla carriera da solista. Nel mese di ottobre del 2019 i quattro membri originari della band si riuniscono per registrare un nuovo singolo, negli studi di Abbey Road di Londra. Quello che ne esce è la title track di “A raccolta”, disco celebrativo con undici brani già editi + un nuovo brano mai pubblicato prima su disco, in uscita il 25 marzo 2022. Il concerto sarà preceduto da un dj set di Toto Valitutti.

Il 28 luglio sarà invece la volta di  Allysha Joy. A metà tra poesia e spettacolo, il potente liricismo di Allysha Joy, la sua musicalità unica e la sua voce cristallina hanno incantato il pubblico di tutto il mondo. Membro fondatore della scena soul-jazz di Melbourne, è conosciuta sia per la sua militanza nell’acclamato collettivo 30/70, che per la sua brillante carriera solista. Il suo ultimo lavoro “Light it Again”, prodotto dal due volte candidato al “Grammy Award” Clever Austin, con la collaborazione dei più grossi nomi della scena soul jazz australiana, definisce un nuovo sound per la giovane artista, trasmettendo la sua cruda espressività , attraverso i paesaggi sonori di Clever Austin.

Allysha ha radici ben salde anche nel continente europeo, vantando collaborazioni ed esibizioni live con artisti del calibro di Sampa The Great, Ezra Collective e Bradley Zero. Il suo album di debutto, “Arcadie-Raw” ha vinto il premio come miglior album soul al Music Award Australiano, ed è stato nominato per i Grammy Award. Le liriche di Allysha contengono un perfetto mix fra amore, forza, desiderio, rabbia e speranza. Le sue esibizioni live sono di una potenza unica, la sua voce limpida e graffiante, unita al suono del suo formidabile Fender Rhodes, ci trasporta in un mondo dove il jazz, l’hip hop ed il soul si incontrano con effetti magici e dirompenti.

L’evento è sostenuto dalla Fondazione della Comunità salernitana, da sempre attenta alle iniziative che contribuiscono alla crescita culturale e sociale della città e parte del ricavato sarà devoluto in beneficenza. A precederla ci sarà l’esibizione di RBSN. Classe 1996, nato a Roma, è cresciuto con il traditional folk. La concezione di musica come linguaggio lo avvicina al jazz e al soul divenuti poi oggetto di studio e fondamenta di un personalissimo iter salvifico.

Le esperienze accademiche al Berklee College of Music (Boston) nel 2015 e poi al Leeds College of Music lo mettono in contatto con realtà come TATE Modern, l’etichetta Tight Lines ed il format Sofar London, che gli permettono di immergersi nella florida scena odierna del nu jazz inglese. Tornato in Italia apre per artisti come Kiefer, Anna Calvi, The Blaze (Rock in Roma) e conclude la produzione di un EP “Soul Searching” a cura di Luca Gaudenzi (PyramidProduzioni) con la partecipazione di Roberto Angelini.

Si esibisce per rassegne importanti come Spring Attitude e vince FacceNuove (Italia Music Lab SIAE) e il contest “Avanti il Prossimo” di YpsigRock (Castelbuono) in collaborazione con il Nuovo Imaie. Oltre a performance come quella da speaker a TEDx concentrandosi sulla tematica del rapporto tra uomo e natura, tra il 2019 e lʼinizio del 2021 si esibisce più volte in Europa tra Londra e Berlino e inizia una collaborazione live e in studio col cantante australiano James Chatburn (collaboratore tra gli altri anche di Jordan Rakei) che ha portato alle release nel dicembre 2021 di “0 RH +”.

Ho scritto la versione iniziale di questo brano nell’estate del 2018 – dichiara Rbsn- nella mia testa l’avevo immaginata come cantata da un gruppo di voci, simili ad un coro arcaico e ancestrale. Poi mi sono ritrovato in studio con James a Berlino e visto che ero in un momento di stallo con questo pezzo ho pensato di condividere dubbi e sensazioni con James.

Quello che ha fatto con il brano è stato incredibile, l’ha trasformato e arricchito in maniera del tutto naturale. É stato quasi magico lavorare con lui, perché ho avuto la sensazione che ci fosse una sorta di scintilla invisibile che ha acceso un fuoco, e da un momento all’altro ha dato vita a quello che oggi è 0RH+. Rappresenta un nuovo inizio dopo due anni difficili, sia per me che per James ma anche per tutti i musicisti visto il periodo complicato che ha attraversato la musica a causa della pandemia -continua Rbsn- Per noi è un canto e una danza con la lingua di fuori, intorno ad un fuoco intimo e mistico al tempo stesso, al termine di una giornata di lavoro molto intensa”.

Nella scena Italiana si esibisce più volte al fianco di artisti come Davide Shorty, Ainè e Dario Jacque. Grazie allʼesperienza del primo EP “Soul Searching”, il progetto è riuscito a coinvolgere artisti provenienti da varie parti dʼEuropa – come Naima Adams, Nadeem Din-Gabisi, oltre allo stesso James Chatburn – arricchendosi di espressioni artistiche trasversali. Tali sperimentazioni musicali eterogenee rendono Rbsn anello di congiunzione tra le sottoculture romane e quelle del resto dʼEuropa, dunque tra la scena psych/soul italiana e quella internazionale.

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