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Sarno, stretta al clan Serino: maxi confisca di conti correnti, immobili e società

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Nella mattinata odierna, al termine del procedimento di prevenzione instaurato su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – di Salerno, il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, Senzione Anticrimine, ha dato esecuzione al decreto di confisca di beni nei confronti di Aniello Serino, di sua moglie Venere Sirica e dei figli Michelina e Matteo.

In particolare sono stati confiscati

– 4 società di cui tre dedite al commercio all’ingrosso di animali vivi e alla coltivazione di frutti oleosi, nonché una sala scommesse con internet point;

– 43 immobili e terreni tra cui fabbricati e box auto per un valore di circa 2 milioni di euro;

– 18 rapporti bancari direttamente o indirettamente riconducibili ai medesimi.

Il predetto provvedimento definitivo rappresenta la naturale evoluzione di un’approfondita e mirata attività investigativa condotta sempre dalla Sezione Anticrimine Carabinieri di Salerno che aveva permesso di ipotizzare come Matteo Serino, in un periodo di transizione derivante dallo stato di detenzione del genitore, avesse assunto la direzione della consorteria criminale capeggiata da suo padre Aniello Serino, egemone prevalentemente sul territorio di Sarno.

In particolare l’organizzazione risulterebbe avere incrementato la propria attività criminale, in concomitanza con la frana del 5 maggio 1998 che aveva interessato proprio il comune di Sarno, ponendo in essere una capillare attività di estorsioni nei confronti delle imprese deputate allo svolgimento di opere pubbliche tra cui la ricostruzione.

In tale contesto il Clan Serino aveva reinvestito i proventi illeciti in diverse attività imprenditoriali quali, ad esempio, il controllo e la distribuzione, su un’ampia porzione del territorio della provincia di Salerno, dei cosiddetti “videopoker”.

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