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Spiagge libere ai privati, il Comune costretto a pagare le spese del ricorso

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Il Comune di Salerno condannato a pagare le spese processali del ricorso presentato da uno dei titolari dei chioschetti che si sono aggiudicati il bando per la gestione delle strutture sugli stabilimenti balneari liberi. Lo ha stabilito il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania della Terza sezione staccata di Salerno, attraverso i magistrati Pierluigi Russo, Presidente; Paolo Severini, Consigliere; Michele Di Martino, Referendario, Estensore.  Lo scrive Le Cronache consultabile on line

A presentare il ricorso Alfonso Pietrofesa, titolare dell’omonima ditta individuale, difeso dall’avvocato Marcello Fortunato che ha chiamato in causa il Comune di Salerno per l’annullamento della determinazione protocollo numero 3782 del 25 agosto 2022 notificato in data 29 agosto, con la quale il Servizio Provveditorato del Comune di Salerno ha revocato la concessione rilasciata alla ricorrente per l’arenile numero 1, assumendo un presunto grave inadempimento, con diffida a rilasciare libere le aree entro 24 ore; della nota del Comando della Polizia Municipale, con la quale è stata chiesta la revoca della concessione.

Il ricorso, secondo il Tar, doveva essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, giunta al termine la stagione estiva e che, data la natura della decisione, sussistono giusti motivi per disporre l’integrale compensazione delle spese di giudizio tra le parti fermo restando ovviamente il rimborso del contributo unificato versato, in favore di parte ricorrente. I fatti risalgono al 26 agosto circa quando l’amministrazione comunale dispone la revoca degli affidamenti.

Una decisione giunta come conseguenza diretta del blitz, risalente al mese di luglio, da parte dei vigili urbani con verbali e sigilli alle pedane installate sulla sabbia per alcune anomalie riscontrate. In quell’occasione, i titolari delle strutture su arenili pubblici hanno iniziato una battaglia contro l’amministrazione comunale che si è conclusa con l’audizione, in commissione Trasparenza, della dirigente Annalisa Del Pozzo per far luce sulle anomalie contestate dall’amministrazione. Dopo un mese la revoca delle concessioni e, successivamente, il ricorso al Tar che ha dato ragione a Pietrofesa, condannando il Comune al pagamento delle spese processuali.

Affidati ai privati erano l’arenile compreso tra lo stabilimento balneare Conchiglia fino all’ex Ostello della Gioventù; quello tra l’area utilizzata a parcheggio dopo il Polo Nautico e lo stabilimento balneare Colombo; quello tra gli stabilimenti balneari Nuovo Mercatello e Lido; quello tra gli stabilimenti Lido e Miramare e infine quello tra l’Arenella e il Cantiere Motonautica, poi diffidati “lasciare libere le aree, previo eventuale dissequestro da richiedersi alla competente Autorità giudiziaria, entro 24 ore dalla notifica della determinazione, con espresso avviso che in mancanza si procederà a sgombero coattivo in via di autotutela amministrativa addebitando le relative spese all’opera, fatto salvo il risarcimento di tutti i danni eventualmente cagionati”. Ora, è il Tar a fare chiarezza e dare ragione agli imprenditori che gestivano i chioschi.

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