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Influenza australiana, i bimbi risultano più colpiti: le cose da sapere in sei punti

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L’influenza stagionale è ormai arrivata. Come spiegano gli esperti, ha già superato la soglia di intensità alta, simile a quella che si raggiunge nel momento del picco, generalmente tra gennaio e febbraio: in media i casi sono 16 per mille assistiti (nella settimana scorsa erano 13)

Quest’anno l’influenza è stata ribattezzata “australiana”. I casi sono in aumento in tutte le fasce d’età, anche se i bambini risultano più colpiti. In particolare, nei piccoli sotto i cinque anni l’incidenza è arrivata a 50,2 casi per mille assistiti (41,2 nella settimana precedente)

I pediatri della Sip hanno messo a punto un vademecum, ricordando semplici regole che possono aiutare a prevenire l’influenza. Si va dal consiglio di evitare i luoghi affollati, a quello di lavare frequentemente le mani. Meglio, poi, evitare il contatto con persone ammalate. In caso di tosse o starnuti, coprire naso e bocca con l’incavo del gomito. Ventilare gli ambienti a lavoro e casa aprendo le finestre. Nei luoghi affollati le mascherine, che abbiamo imparato a usare con il Covid, restano un presidio di prevenzione anche per altri virus, tra cui l’influenza

Ma quali sono i sintomi dell’influenza? Quanto durano? Come curarla? Ecco cosa c’è da sapere in sei punti

1. Come si manifesta l’influenza? Di solito l’influenza si manifesta con febbre, brividi, cefalea, dolori muscolari, inappetenza e sintomi respiratori come tosse, mal di gola, congestione nasale. Nei bambini, soprattutto i lattanti, si presentano anche vomito e diarrea. Comunque, è sempre bene consultare il proprio pediatra per escludere altre malattie che possono esordire con sintomi simili

2. Quanti giorni dura l’influenza? Di solito il periodo d’incubazione del virus va da uno a 5 giorni. La durata della malattia varia da bambino a bambino, ma in genere è di 5-10 giorni, con risoluzione spontanea nella maggior parte dei casi

3. Quali sono le possibili complicanze? L’influenza, spiegano gli esperti, può causare serie complicanze come polmonite e miocardite: sono più frequenti nei soggetti con particolari fattori di rischio (come malattie croniche cardiache, polmonari, neurologiche, renali, epatiche, immunodepressione). È opportuna una rapida valutazione se il bambino presenta comorbilità, se molto piccolo, se sta molto male, se rifiuta di mangiare e bere

4. Il bambino con influenza deve rimanere a casa? Sì, finché non è guarito del tutto, sia per ottenere una ripresa ottimale ed evitare ricadute sia per non contagiare i compagni di classe. Attenzione: non basta l’assenza di febbre per definire il bambino guarito. Occorre valutare se vi è ancora malessere generale o tosse insistente. In sostanza, dicono gli esperti, non bisogna avere fretta e occorre consultare sempre il pediatra in caso di dubbi

5. Per curare l’influenza è necessaria la terapia antibiotica? L’antibiotico, dicono gli esperti, non serve per curare l’influenza ma per trattare eventuali sovrainfezioni batteriche. Va quindi somministrato solo in alcuni casi, su indicazione del pediatra. È importante tenere il bambino a casa, idratarlo e confortarlo. Per alleviare i sintomi può essere utile la somministrazione di paracetamolo o ibuprofene in caso di febbre e/o cefalea, lavaggi nasali in caso di raffreddore

6. Vaccino iniettivo o spray: che differenze? Il vaccino tradizionale è un quadrivalente che contiene virus inattivati (cioè uccisi e frammentati), somministrato per via intramuscolare. Il vaccino con spray intranasale è un vaccino sempre quadrivalente, ma vivo attenuato. Contiene microrganismi vivi ma attenuati e resi innocui. Entrambi sono efficaci e sicuri. L’indicazione su quale usare, se spray o puntura, dipende dalla decisione del medico (oltre che dall’età e dalla disponibilità delle dosi). In generale il vaccino spray è indicato nella fascia 2-6 anni

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