Gli orfani del Superbonus (a cura del dott. Ciro Troncone)

Stampa
Già in premessa è riassunto il senso di questo articolo in quanto il Superbonus, tranne per pochi fortunati, è stato purtroppo ad oggi una grandissima opportunità mancata.
Chi sono quindi quei soggetti che possiamo definire gli “Orfani del Superbonus”?
Andiamo per ordine, i primi a poter essere definiti sicuramente così, sono quei privati cittadini che si sono visti svanire tra le mani una grande opportunità, ovvero quella di riqualificare energeticamente e sismicamente il proprio edificio a costo zero, o quasi.

Suddetti committenti, pur avendo regolarmente deliberato e contrattualizzato gli interventi di Superbonus con le imprese e con i tecnici in interminabili ed innumerevoli riunioni condominiali, hanno visto improvvisamente calare il sipario sulla questione Superbonus.

Tecnici, general contractor, imprese, amministratori di condominio se prima pressavano per chiudere delibere e contratti, sono poi inspiegabilmente spariti, lasciando senza più notizie e chiarimenti condomini e soggetti contraenti.

Una cattiva sorte è toccata anche ai proprietari di unifamiliari che oggi, causa le recenti modifiche introdotte dal governo Meloni con il decreto aiuti quater (ripreso in finanziaria), si vedono negare il diritto alla detrazione qualora non abbiano un reddito di riferimento inferiore ai 15.000 € e qualora l’edificio non sia l’abitazione principale.

Per alcune di queste due categorie, che in qualche modo avevano iniziato almeno formalmente i lavori, resta l’amara consolazione di avere ancora diritto alla detrazione del 110% piuttosto che a quella del 90%.
Amara, per il motivo che, come vedremo più avanti, avranno enormi difficoltà a trovare chi gli esegua i lavori.
Abbiamo poi centinaia di tecnici che hanno redatto i propri progetti e che non sono stati pagati perché si prevedeva una remunerazione all’atto dell’esecuzione di lavori non più realizzati.

Ancora, scorrendo le casistiche, vi sono altri cittadini/committenti che più che “orfani” definirei “Martiri del
Superbonus”!
Costoro sono quelli messi peggio, perché si trovano con i cantieri a metà, ovvero hanno già chiuso almeno un Sal (stato avanzamento lavori) ed hanno l’impresa che ha abbandonato il cantiere, non riuscendo quindi a completare i lavori nei tempi previsti dalle normative fiscali.

Si avviano quest’ultimi verso una vera e propria catastrofe personale e patrimoniale che rischia di portare a recuperi da parte di un fisco inflessibile, che non si farà mancare di aggiungere al capitale che intende recuperare, anche sanzioni ed interessi.

Non dimentichiamoci che nei casi di lavori interrotti come visto sopra, a fronte di importi di grande entità, si potrebbe incappare anche nella segnalazione alla procura della repubblica per il reato previsto dall’articolo 17 DL 9 luglio 97, n. 241, inerente crediti non spettanti, previsto per un importo annuo superiore a cinquantamila euro…

Ma quali sono i motivi per i quali le imprese non stanno più ottemperando agli impregni presi?

Proviamo a capire cosa ha originato questa catastrofe: indubbiamente la categoria che più ha contribuito al successo della misura Superbonus, credendoci in pieno, è stata quella che ad oggi paradossalmente più ne sta facendo le spese, ovvero la categoria delle imprese edili.

Queste ultime, fidandosi del sistema introdotto dal decreto rilancio n° 34 del 19.05.20, ovvero del meccanico dello sconto in fattura e dell’agevole successiva monetizzazione dei crediti da parte di poste, banche ed assicurazioni, si sono lanciate a capofitto in questa nuova opportunità.

Costoro hanno quindi iniziato a farsi pagare dai committenti a mezzo cessione dei crediti di imposta, che in questo caso prendeva il nome di “sconto in fattura”.

Ma perché lo hanno fatto? Perché i titolari delle imprese edili si sono tutti o quasi buttati a capofitto in questo nuovo business al punto da far ripartire il comparto edile italiano?

Tra le tante analisi fatte, tra cui anche quella forse affrettata fatta dal nuovo governo poco fa, sugli effetti economici derivanti dal Superbonus, preferisco citare sempre questo pubblicato dalla Camera dei deputati, realizzato in collaborazione con l’Istituto di ricerca CRESME, che riguarda una delle cose a noi più care, ovvero l’occupazione: Il numero degli occupati totali del settore edile + l’indotto, prima dell’entrata in vigore del superbonus nel 2019 e nel 2020 era pari a circa 400.000 unità, per passare poi ad un anno dall’entrata in vigore della norma, ovvero nel 2021 a ben 760.000 unità! Credo che questi numeri valgano più di mille altre considerazioni…

Dal maggio 2020 al novembre/dicembre 2021 quindi, il sistema dello “sconto in fattura”, previsto dall’art. 122 del D.L. 34/2020, funzionava, e funzionava pure bene.

L’impresa accettava in pagamento delle proprie fatture, invece del denaro, un credito di imposta da poter utilizzare in compensazione o cedere liberamente a terzi oppure vendere alla banca, ottenendone in cambio dopo poche settimane la liquidità necessaria a portare avanti i cantieri.

Fino a novembre/dicembre 2021 dicevamo questo sistema ha funzionato alla grande, poi in seguito dell’introduzione di nuove norme e circolari tendenti a limitare le frodi in atto, la macchina dell’acquisizione dei crediti da parte degli operatori finanziari, ha prima iniziato a rallentare, per poi fermarsi del tutto nella primavera del 2022.

Le imprese edili quindi, a partire dalla scorsa primavera, si sono trovate, pressate dai committenti e dai professionisti, da un lato a dover rispettate le scadenze dettate dalla normativa fiscale che imponevano la chiusura degli stati di avanzamento pena revoca dei contributi, dall’altro, a dover fare i conti con una sempre più incalzante crisi di liquidità.

Mentre scendeva il saldo attivo dei conti correnti, le imprese vedevano crescere contestualmente la massa dei crediti di imposta nei propri cassetti fiscali, il problema era che nessuno però fosse intenzionato ad acquistarli…

Per capire l’entità della tragedia in atto, cito una recente indagine effettuate dal Cna (confederazione nazionale
dell’artigianato e della piccola e media impresa) la quale ci dice che ad oggi ammonta a 5 mld di euro il valore dei crediti d’imposta in stallo da almeno 5 mesi nei cassetti fiscali delle aziende italiane!

Ammontano a quasi 50 mila le imprese edili che oggi versano in una situazione di gravissima difficoltà, e rischiano di fallire per aver creduto in una misura pensata, voluta, creata e sponsorizzata con forza dai precedenti governi, praticamente un disastro tutto all’italiana per quella che in molti iniziano a definire una vera e propria “Truffa di stato”..

2 Commenti

Clicca qui per commentare

  • Chi ha iniziato i lavori si ritrova senza casa avendo la sola colpa di essersi fidato dello stato che invece ora non fa nulla per evitare questo disastro. Se questo comportamento fosse stato opera di un privato sarebbe di sicuro in galera per truffa ma sembra che le regole non valgono per lo stato.

  • Purtoppo ha ragione Sig. Silvano, mi arrivano lettere di persone in gravissime difficoltà a causa di lavori lasciati a metà che fanno veramente piangere.
    Ciro Troncone

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente. I commenti di questo blog non sono moderati nella fase di inserimento, ma Salernonotizie si riserva la facoltà di cancellare immediatamente contenuti illegali, offensivi, pornografici, osceni, diffamatori o discriminanti. Per la rimozione immediata di commenti non adeguati contattare la redazione 360935513 – salernonotizie@gmail.com Salernonotizie.it non e’ in alcun modo responsabile del contenuto dei commenti inseriti dagli utenti del blog: questi ultimi, pertanto, se ne assumono la totale responsabilità. Salernonotizie.it si riserva la possibilità di rilevare e conservare i dati identificativi, la data, l’ora e indirizzo IP del computer da cui vengono inseriti i commenti al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. Salernonotizie.it non è responsabile del contenuto dei commenti agli articoli inseriti dagli utenti. Gli utenti inviando il loro commento accettano in pieno tutte le note di questo documento e dichiarano altresì di aver preso visione e accettato le Policy sulla Privacy.