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Disoccupazione Naspi 2023, occhio alla scadenza del 31 gennaio

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Come stabilito dall’Inps, alcuni disoccupati che prendono la Naspi devono dichiarare, entro il 31 gennaio, il reddito presunto per l’anno in corso se non vogliono incorrere nella sospensione della misura

Come chiarito nella circolare n. 94 del 2015, nei casi di svolgimento delle attività lavorative autonome, parasubordinate, subordinate o occasionali in concomitanza di percezione dell’indennità NASPI, è necessario fornire una nuova comunicazione del reddito presunto entro – appunto – il 31 gennaio

La mancata comunicazione del reddito per gli anni di prestazione successivi al primo non determina tuttavia la decadenza dalla prestazione ma la sua sospensione fino all’acquisizione della nuova comunicazione

L’Inps precisa inoltre che, in caso di svolgimento durante la percezione dell’indennità Naspi di più attività lavorative di diversa tipologia (autonome, parasubordinate, subordinate, occasionali) che non superino i rispettivi limiti di reddito imposti per il mantenimento dello stato di disoccupazione, si dovrà verificare il reddito complessivo previsto derivante dal complesso delle attività e ridurre, di conseguenza, la prestazione Naspi in una misura pari all’80% del reddito complessivo

Se, invece, si accerta la presenza di un reddito complessivo proveniente dalla somma dalle attività svolte in vari settori superiore a quello massimo consentito dalle norme vigenti per il mantenimento dello stato di disoccupazione (euro 8.000), verrà meno il diritto alla Naspi per il percettore

La comunicazione va inoltrata all’Inps entro 30 giorni dall’inizio della nuova attività lavorativa in modo tale che l’Inps possa procedere al ricalcolo dell’importo della Naspi spettante

La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (Naspi, appunto) è una indennità mensile di disoccupazione, istituita dall’articolo 1, decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22 – che sostituisce le precedenti prestazioni di disoccupazione ASpI e MiniASpI

Spetta ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perso involontariamente l’occupazione

La misura della prestazione è pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni, se la retribuzione è inferiore a un importo di riferimento stabilito dalla legge. Viene rivalutato ogni anno sulla base della variazione dell’indice Istat e reso noto ogni anno dall’Inps con circolare pubblicata sul sito (1.250,87 euro per il 2022). La Naspi si riduce del 3% ogni mese a decorrere dal primo giorno del sesto mese di fruizione

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