Delitti e papiri segreti a caccia del vero Gesù di Cosimo Risi

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«Un rebus avvolto in un mistero che sta dentro un enigma». La famosa frase di Winston Churchill si riferisce alla Russia. Ma tanto più vale per la figura di Gesù Cristo e quel che da lui e intorno a lui è nato. Mi rendo conto che un incipit così solenne pare sproporzionato per presentare e – nel mio piccolo – raccomandare il romanzo-thriller di Cosimo Risi Are you going to al-Quds? Intrigo in Terra Santa (Europa Edizioni, pagine 198, € 15,90) splendidamente ambientato tra il convento di suore canadesi e la sede del Mossad a Gerusalemme (al-Quds è uno dei suoi nomi in arabo: la Santa), la Cisgiordania, le abbazie belghe sulle Ardenne dove spumeggiano la birra e, almeno nel romanzo, sangue alla spina, infine – ovviamente immancabile – il Vaticano con tanto di guardie svizzere.

La storia ruota intorno ai “Rotoli del Mar Morto” detti anche “Manoscritti di Qumran”. Questi rotoli costituiscono un tesoro di novecento tra pergamene e papiri, in ebraico, aramaico e greco, ritrovati nel secolo scorso da un beduino in cento e più grandi vasi, rimasti intonsi per quasi due millenni in undici grotte a Qumra appunto, presso il Mar Morto. Chi fossero gli amanuensi nonè dato sapere,èin corso una faida tra opposte parrocchie di filologi e biblisti: forse erano sacerdoti fuggiti da Gerusalemme per salvare dalla distruzione degli invasori romani scritture sacre e no, forse si trattava di membri della comunità degli Esseni,minoranza religiosaebraica, piuttosto portata alla guerriglia. Si sono diffuse le leggende più disparate sui contenuti di alcune pergameneeframmenti ufficialmenteinesistenti, ma che sarebbero stati venduti a carissimo prezzo ad acquirenti misteriosi dalla tribù beduina che controlla la zona delle grotte. Edecco che qui comincial’avventura che prende il lettore al lazo dalla prima all’ultima pagina. Qualcuno ha ucciso a Bruxelles l’armatore cipriota ricchissimo che aveva infine comprato quei frammenti non catalogati, e che si sospettano essere in grado di far tremare il mondo, perché (forse che sì,forse che no) rivelerebbero una storia di Gesùassolutamentealternativa.

Si affrontano due opposte fazioni a caccia dei reperti, ognuna delle quali è disposta a uccidere, e lo fa, eccome selofa.Ci sonogli oscurantisti (cattolici e no) che vogliono impossessarsi dei rotoli segreti di Qumran per purgarli di eventuali elementi capaci di capovolgere il senso del cristianesimo (oibò). Ci sono i modernisti (cattolici e no) che amerebbero invece spargere qualunque cosa sia scritto, farlocco o veritiero non importa, per vedere

l’effetto che fa e terremotare il potere nella Chiesa e fuori di essa. Impressiona la capacità dell’Autore, che conosce il mondo e scrive da dio – ha percorsoil pianeta scalando tuttele pareti della carriera diplomatica fino ad ambasciatore italiano in Svizzera – di mostrare che nessuno di coloro che spara o sgozza ha un qualsivoglia tormento di fede. Pur di recuperare testi o frammenti che possano rivelare la “verità-vera” sul Messia sono disposti a tutto,maad essiinteressamanipolare scienza e coscienza per il proprio potere.

Il cast di buoni e di cattivi è composto di cattolici, ebrei e musulmani, e non aggiungo agnostici e atei, perché quasi tutti, tra coloro che formalmente sono ascrivibili alle tre religionimonoteiste, in realtà nell’intimo appartengono alla schiera dei senza fede. Il protagonista assoluto, l’investigatore privato ed ex agente del Mossad (ex?) Issa bin Ahmed, è arabo israeliano, figlio di un medico palestinese e di un’italiana, e pratica tutte e tre le religioni. A domanda risponde: «Prego a ritmi regolari senza crederci, non mi chieda il perché. Mica ci chiediamo perché mangiamo tre volte al giorno.

Lo facciamo e basta». È uno dei pochi a cui importa qualcosa degli altri e sa gustare bellezza e piaceri. Risi qui dà esibizione da arbiter elegantiarum, insuperabile in fatto di gusto e sapere su vini, acquaviti, leccornie, mobili, persino pavimenti («il pavimentoèin roverea spinafrancese», pagina 139). E richiama il Raymond Reddington della serie televisiva Blacklist, che conosce ogni sfumatura di qualunque whisky, pietra preziosa, e magari rotolo di pergamena. Resta oltre la trama e gli intarsi stilistici, al di là delle vibrazioni che dà la lettura di agguati e colpi di fucile, un elementoineliminabile:la contemporaneità della “questione Gesù”.

Ha qualcosa di paradossale e rimanda a un ulteriore enigma: come possa sopravvivere questa fiammella di curiosità che resiste a ogni vento di miscredenza e a qualsiasi leggenda neraidonea a cancellarne la figura dalla storia. L’Enciclopedia sovietica sostenne che neppure fosse esistito, restando rinchiuso nell’alveo del mito come Prometeo o Ercole. Negli anni 70 l’enciclopedia Einaudi escluse la voce “cristianesimo”, i progressisti ritenevanofossefinitoil tempo delle religioni, sostituito dall’età della Scienza (marxista).Del restoi credenti nell’annuncioVerbum caro factum est et habitavit in nobis (Il Figlio di Dio si è fatto carne ed abita tra noi) sono in calo numerico ovunque. E allora perché l’unica cosa, o meglio la sola persona chemuove domande esistenziali in agnostici pigri e atei militanti, è Gesù Cristo e tutto ciò che lo riguarda? Che per caso sia davvero Dio?

 

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