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Stadio Arechi, la partita Comune-Salernitana non poteva che finire col nulla di fatto

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Il pareggio, a partita Arechi chiusa, sta stretto a Milan e largo a Napoli: convenzione e non concessione; stadio pubblico e non privato; fitto e non proprietà; sei anni (più altri sei) e non venti (e passa).

Ma poteva venire fuori un risultato diverso per come si sono schierati, dall’inizio, Comune e Salernitana, e per come hanno giocato badando solo a difendere la rispettiva metà campo, mentre il tempo scorreva inesorabile? Suvvia: non prendiamoci in giro da soli!!!!

Le smorfie dei due principali protagonisti della conferenza stampa nel Salone del Gonfalone sono state la plastica immagine del “comanda chi può, ubbidisce chi vuole“. Tutto il resto è noiosa ipocrisia.

Una mano stretta col sorriso stampato e l’altra col volto tirato; la soddisfazione piena del sindaco e quella stiracchiata dell’amministratore delegato (e, soprattutto, del presidente) della società granata; l’assenso silenzioso della maggioranza e il dissenso fragoroso della minoranza al Comune; i guelfi e i ghibellini 2.0: il solito gioco delle parti, con la tifoseria organizzata (e non) messa in mezzo in questo tiro alla fune tra potere e passione (o, se preferite, tra politica e calcio).

Sono venute fuori, anche in questa circostanza, le due facce – in perenne conflitto – della nostra Salerno, dove i Principi (non solo longobardi) continuano a dominare i sudditi e dove si fa molto rumore per nulla.

Appunto: un nulla di fatto!

di Enrico Scapaticci

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