Lo sguardo rivolto a Santa Maria, nella speranza che accada un miracolo affinché si possano finalmente organizzare le attività ordinarie senza ricorrere alle prestazioni aggiuntive, in pratica quasi 4200 ore extra-budget, di queste la metà necessarie per coprire i turni nei reparti di ostetricia e ginecologia, il resto per pediatria e neonatologia.
«Il ricorso all’istituto delle prestazioni aggiuntive è risultato indispensabile – secondo la delibera dell’Asl – in connessione alla problematica delle carenze organiche mediche derivanti dal prolungato blocco del turnover imposto nell’ambito del piano di rientro.
Un problema ingigantito, peraltro, dall’infruttuoso esito delle procedure concorsuali per la copertura degli organici medici». Stessa situazione all’ospedale di Eboli, dove emerge in particolare la criticità legata al pronto soccorso, dove sono richieste 2.158 ore di prestazioni aggiuntive. Drammatica è la situazione anche dell’ospedale di Roccadaspide. In quello che è l’unico presidio per numerose persone degli Alburni, infatti, mancano in totale 4.051 ore che vengono coperte da medici esterni.
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