Premialità per i manager del “Ruggi”, lo sfogo del Nursind Salerno: “Non lo meritano”

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“Sull’erogazione della quota premiale a favore della triade strategica dell’Azienda, ed in considerazione di tanto vuole innanzi tutto chiedere delucidazioni su come tale premialità sia stata erogata ed in base a quali risultati qualitativi raggiunti. Balza, infatti, all’occhio che detto risultato strida completamente con il giudizio da poco reso noto dall’Agenas per cui l’Azienda “Ruggi” risulti agli ultimi 4 posti, su scala nazionale, nella valutazione annuale riferita al 2022”, hanno detto il segretario generale del Nursind, Biagio Tomasco, ed i delegati Rsu del “Ruggi”, Domenico Ciro Cristiano, Monica Senatore, Valerio Festosi Guida e Renato Chierchia.

“Delle due l’una: o l’Agenas non è in grado di valutare gli eccellenti risultati che hanno permesso l’erogazione della premialità in parola, o detta premialità è viziata da parametri non aderenti alla realtà, cosa che la farebbe risultare ridondante e priva di efficacia. Possibile mai che Agenas sia incorsa in una valutazione tanto deprimente ed abbia come contraltare un premio tanto consistente? Ricordiamo che Agenas, che vanta al suo interno un alto dirigente proprio del Ruggi, ha basato la sua valutazione su parametri intelligibili, quali la gestione del Pronto Soccorso, la riduzione dei tempi di attesa, numero di ricoveri inappropriati, i bilanci, la dotazione di personale sufficiente al mantenimento dei
Dep (Differenziali economici di professionalità), l’ammodernamento tecnologico. A tutti questi si somma l’indice comparativo di performance che permette di valutare, a parità di gravità del caso, la durata del ricovero, ovvero più è lungo e più vuol dire che l’ospedale ha problemi organizzativi.

E proprio in base a questo setting il Ruggi si pone all’ultimo posto della classifica in uno al Cardarelli di Napoli. Riteniamo, in conclusione, che per umiltà e coerenza, la triade strategica del “Ruggi” debba rinunciare al premio a loro corrisposto, in quanto non aderente alla realtà che hanno amministrato ed amministrano, devolvendolo, magari, in beneficenza ai territori alluvionati dell’Emilia Romagna, cosa che sarebbe certamente gradita alla popolazione salernitana, ma ancor più a quella emiliana, destinando detti fondi a ben più situazioni meritevoli”.

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