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Impianti sportivi: a Salerno sempre meno spazi per i ragazzi

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Associazioni come queste, con passione e grande senso di appartenenza, collaborano con la pubblica amministrazione, talvolta la sostituiscono e meritano un plauso, oltre che il ringraziamento da parte di tutta la comunità. In quanto ad impiantistica sportiva, Salerno a stento si tiene a galla. E’ il caso di dire che galleggia – a guardare certe immagini – ma al di là delle battute c’è il rischio di affogare se non si affronta la vicenda con decisione, mettendo in campo una manutenzione ciclica e costante e non saltuaria. Tenere i nostri ragazzi lontano da cattive strade o da pigre giornate e nottate da trascorrere davanti all’I-Phone o alla play station non dev’essere uno slogan ma una mission. Chi è più avanti negli anni lo ricorda bene: negli anni ’70-’80 il mondo dei ragazzi salernitani era arancione, arancione come il Super Santos. Lo strumento per le mitiche sfidette lì dov’era possibile: c’era un campetto a Mariconda, uno in zona “sciumariello”, dove si giocava evitando in dribbling un rivolo d’acqua, un altro piccolo campetto si trovava al Rione Petrosino, c’era il De Gasperi, ma c’era soprattutto da aspettare ore e ore, insomma le partite di chi era arrivato prima. Oppure si giocava per strada e in quei tempi non c’erano soste di campionato, c’erano soste di partitella, quando passava una macchina. Oggi, per strada, non si gioca più. Causa ordinanza comunale non si potrà più fare, giustamente, soprattutto nelle zone storiche della città e in Piazza della Libertà. Lo ripetiamo: giustamente. Ma – siccome non c’è nulla di più serio del gioco – la speranza è che a Palazzo di Città, oltre al nuovo regolamento per il decoro e l’igiene urbana, si pensi pure ai campi rionali. Curando quelli che ci sono e magari impiantandone di nuovi.

 

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