In base allo studio, oggi il 68% degli intervistati realizza i piatti tradizionali con ricette semplici, approvati pienamente dal 60% della GenZ (nati tra il 1995 e il 2010). Mentre, sempre in tema di tradizione, il 55% della totalità del campione non vuole mettere in discussione le ricette ereditate dalla nonna e il 40% cucina secondo le proprie.
Per la preparazione dei piatti il 53% della GenZ passa in cucina dai 15 ai 30 minuti, mentre il 42%, soprattutto dai Millenials (nati tra il 1980 e il 1994) in avanti, si impegna dai 30 minuti a 1 ora. Dalla generazione che “ama interpretare”, a quella del “rendiamo tutto più semplice e più sano”, c’è solo un punto d’incontro: i piatti della tradizione, individuati da tutte le generazioni come il buon cibo. Sono identitari, raccontano di noi e dell’evoluzione di un nuovo stile di vita che, semplificando l’elaborato, dando più verve alla tradizione, esprimendo la nostra creatività (e anche un po’ il nostro ego), parlano dei nostri valori.
I Baby Boomers (41%) e GenerazioneX (38%) ritrovano l’autenticità nei piatti tradizionali che rappresentano un tuffo nel passato e nei sapori di un tempo, rievocando – per il 32% dei Baby Boomers (nati tra il 1946 e il 1964) e per il 36% della GenerazioneX (nati tra il 1965 e il 1980) – ricordi piacevoli dell’infanzia. La voglia di stare in famiglia è invece evocata dalle lasagne (57%), dai dolci fatti in casa (49%) e dalla pasta al forno (48%).
Il desiderio di riformulare alcune preparazioni è ciò che separa davvero le generazioni, dimostrato dall’impulso alla sperimentazione della GenZ che vorrebbe esprimersi per il 24% soprattutto nel minestrone e il desiderio per il 32% dei Baby Boomers di non modificare le ricette tradizionali. Il risotto, punto fermo delle domeniche familiari, è ritenuto per il 28% degli italiani il piatto mutabile per eccellenza, nella top 5 dei piatti da rivisitare perché si presta maggiormente a reinterpretazioni moderne.
Ciascuna generazione apporta cambiamenti e varianti conferendo nuovo significato alla tradizione che non appare più statica, ma fluida. Ed è così che i piatti, addirittura quelli più legati alle nostre abitudini, possono cambiare da una generazione all’altra.
di Tony Ardito
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