A Panorama d’Italia una giornata di eccellenze per il futuro di Salerno

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panorama_italia“Un territorio vanto della Campania e dell’Italia, ma che affonda le sue radici nel mondo”, dice Giorgio Mulè, direttore di Panorama, presentando il tessuto imprenditoriale di Salerno nella seconda giornata del tour di Panorama d’Italia. Un appuntamento fatto di grandi numeri e grandi storie. Come quella del Cavaliere Giuseppe Amato ricordato da Agostino Gallozzi, presidente dell’omonimo Gruppo: “Amato, scomparso in questi giorni, è stato il primo imprenditore a far conoscere il marchio Salerno al di fuori delle mura grazie alla pasta distribuita in tutto il mondo. Ha avuto la capacità di essere una guida, un esempio per tutti”.

Ma sono questi i grandi esempi di sviluppo che i salernitani si prefiggono di seguire: “Vogliamo diventare un polo di attrazione per gli investimenti – dice con ambizione Roberto De Luca, assessore al Bilancio e allo Sviluppo del comune – Faremo dei roadshow per raccontarci all’estero. Turismo, economia del mare, agroalimentare sono e saranno sempre più la nostra forza”.




Un punto di forza è lo shipping, la movimentazione delle merci via mare, dove il Gruppo Gallozzi movimenta 400 mila contenitori all’anno: “Non accettare la sfida della globalizzazione oggi sarebbe assurdo – chiarisce il presidente – Abbiamo ottenuto una commessa per trasportare tutta la metropolitana di Lima realizzata in Calabria: 252 vagoni, 10 mila tonnellate di tecnologia italiana”.

Ma c’è anche un’altra grande risorsa, la terra: quella su cui ad esempio. Manifatture Sigaro Toscano coltiva il tabacco con cui produce 180 milioni di sigari all’anno, 90 dei quali proprio a pochi chilometri da Salerno, a Cava dei Tirreni: “Oggi – rivela il general manager Stefano Mariotti – il nostro sigaro più venduto al mondo è il toscanello al caffè prodotto proprio qui dove abbiamo uno stabilimento divenuto eccellenza di questo territorio, una professionalità esemplare perché c’è un attaccamento al prodotto che aggiunge valore al marchio stesso”.

Ancora eccellenza dell’agroalimentare con il settore delle conserve alimentari e vegetali rappresentato al tavolo da Anicav, l’associazione nazionale degli industriali specializzati: “Oltre il 55% del fatturato della trasformazione del pomodoro è fatto a Salerno – sottolinea il direttore generale Giovanni De Angelis – 10 mila sono gli addetti stagionali e 2.500 quelli fissi. I 55 stabilimenti producono 1 miliardo e mezzo di bottiglie all’anno. E il porto di Salerno movimenta 10 mila contenitori al mese. Il 64% del fatturato arriva dall’export e ammonta a 1 miliardo di euro. Ogni anno vengono realizzate etichette per le confezioni di pomodori pari a 385 mila chilometri, la distanza tra la luna e la terra”.

Una terra così fertile va protetta dall’inquinamento e dalle scorie, e a tanto provvedono aziende come Ecobat, il cui imprenditore Luciano Morelli racconta di un piccolo miracolo campano: “Vicino al nostro stabilimento di Marcianise abbiamo trovato un’area di 50 mila metri quadrati inquinata da piombo. Con l’università abbiamo fatto un’azione di fitodepurazione piantando 17.500 pioppi. Questa potrebbe essere una soluzione ambientalmente corretta per risolvere la situazione in altri territori inquinati della regione. Il Governatore si è mostrato entusiasta”.

Ma Salerno e la sua Costiera sono anche sinonimo di bellezza e cultura. Il direttore di Villa Rufolo, perla ambientale e monumentale di Ravello, racconta il successo di un bene pubblico ben amministrato: 300 mila biglietti all’anno in crescita. Ma Amalfitano lamenta carenze strutturali storiche e chiede alla provincia, tutta, uno sforzo comune per “mettere in atto un processo culturale: non è possibile che in luogo ci siano tante bellezze senza che si riesca a fare sistema. Dobbiamo rimboccarci le maniche e fare sempre meglio”. Non esistono eccellenze in un territorio che non decolla nella sua interezza: “Salerno deve essere il baricentro”.

E Salerno ci sta, s’impegna Roberto De Luca, assicurando che “l’amministrazione è impegnata a creare opportunità per i giovani. Il turismo è solo una cartuccia nel nostro arsenale. La nostra è un’attenzione continua al miglioramento su tutti i fronti”.

Si fa ora di pranzo e gli ospiti di Panorama d’Italia, nonostante la pioggerellina, convergono su Piazza Flavio Gioia, dov’è organizzato uno show-cooking triplo, una vera passeggiata culinaria nella cucina mediterranea accompagnata dai succhi biologici Il Melograno: Nasir Udin chef di “Cotto & Crudo” si è espresso con un risotto ai frutti di mare realizzato separando ogni ingrediente in cottura e poi assemblando tutto insieme in un trionfo di profumi; lo chef Giuseppe Bracciale della “Trattoria del Padreterno” ha soddisfatto i palati più raffinati con una tagliata di tonno con flan di zucchine e vellutata di pomodoro; mentre lo chef Dario Coco di “Ciccio Formaggio”, ristorante che ha ospitato lo showcooking, ha preparato un classico partenopeo: calamaretto grigliato imbottito di scarola su crema di patate e croccante con colatura di alici. Con Valentino Libro, campione del mondo di pizza, che ha regalato a Panorama d’Italia la “pizza fritta, ciccioli e ricotta”.

Vera poesia. Poi, la trasferta a Ravello: e lo spazio all’arte. Innanzitutto, la letteratura, con l’”incontro d’autore” con Diego De Silva, autore del libro “Terapia di coppia per amanti” (Ed. Einaudi) intervistato da Antonio Carnevale (giornalista di Panorama): un romanzo arguto e sottile, divertente e stimolante, che può esser letto al di là della sua trama e che fa pensare.

Poi, emozione pura: Alfonso Signorini ha presentato in anteprima, sempre nell’Auditorium di Villa Rufolo, il suo libro su Chopin, accompagnato dalla performance di una straordinaria pianista, Marianna Tongiorgi, e da una conclusione da brivido, con tre brani – tra cui “Torna a Surriento” – cantato dal tenore Fabio Armillato, compagno della soprano Daniela Dessì da pochissimo prematuramente scomparsa. La giornata si è conclusa, nella stessa sede, con l”Incontro al cinema” di Piera Detassis, direttrice di Ciak, e l’attrice Cristina Donadio, napoletana, la celebre “Scianel” di Gomorra.

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