Arriva il trailer della serie tv “Gomorra” ed è subito polemica tra le Associazioni: “Scampia è il luogo del male”

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Gomorra_FictionEsce il trailer della nuova serie tv “Gomorra” di Sky tratta dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano, e nella clip “Scampia è condannata a essere il luogo del male” protestano le associazioni che oltre un anno fa dissero no alle riprese nel quartiere a Nord di Napoli. E’ una polemica che ritorna. Amarezza e rabbia da Ciro Corona, rappresentante della cooperativa “Resistenza” di Scampia e del fondo rustico “Amato Lamberti” di Chiaiano, confiscato al clan Polverino e riutilizzato per un progetto di agricoltura sociale: “La serie mitizza i camorristi”.

“Ci sono luoghi dove il male ha un nome antico come la Bibbia: Gomorra”. Questa è la frase che dà il via al trailer della serie televisiva, realizzata da Sky con la supervisione di Saviano. Nel video di 2 minuti e 56 secondi si succedono agguati, esplosioni, intimidazioni e traffici di soldi e cocaina. I luoghi del male sono le Vele di Scampia e altri vicoli delle strade di Napoli scelti per il set, luoghi in cui “le colpe dei padri ricadono sui figli. Il male è tra noi” tuona il filmato.  Basta questo a risvegliare le perplessità e la rabbia dei cittadini per l’immagine che la fiction venduta in 12 paesi nel mondo potrebbe restituire di Napoli. E l’opposizione iniziale alle riprese da parte di residenti, sindaco Luigi de Magistris e presidente della municipalità Angelo Pisani, “sembra ancora giustificata” protestano le associazioni. Timori e preoccupazioni, tuttavia, potranno essere definitivamente confermati o smentiti solo il 6 maggio, giorno della messa in onda su Sky della serie televisiva.

Intanto i primi quaranta secondi del trailer si soffermano a lungo sulle Vele. Ma nel gennaio 2013, in pieno polverone mediatico, il produttore di Cattleya aveva assicurato: “Non c’è una identificazione così precisa di Scampia, che nell’ambito della serie rappresenterà al massimo un 5 per cento. C’è una grande varietà di ambienti e situazioni, ma la cosa più importante è che la serie è quanto di più lontano dalla rappresentazione positiva della camorra, anzi da grandissimo spazio a quei personaggi positivi del territorio che sono le altre figure del mondo di Saviano, quelli che lottano per cambiare le cose. Il film di Garrone aveva dovuto necessariamente sacrificare una parte di questi personaggi che invece vengono recuperati e raccontati nella serie. Lo stesso Saviano, che sta collaborando alla preparazione, tiene moltissimo a queste figure, alcune delle quali sono ispirati a personaggi veri che abbiamo avuto modo di conoscere e apprezzare in questo periodo di preparazione della serie”. 

La video presentazione pubblicata in questi giorni non tranquillizza però le associazioni. Si attende di vedere “lo spazio concesso ai tre personaggi positivi inseriti nella sceneggiatura dopo le polemiche sul progetto”. Si tratta di un papà, di un ambulante e di un altro personaggio legato al territorio. Fu infatti bocciata la proposta dei residenti di inserire un poliziotto.  “Siamo stati i primi a dire che la serie non doveva essere realizzataafferma Ciro Corona della coop Resistenza – Nonostante Sky sia arrivata sul territorio a contrattare, il risultato resta un obbrobrio con scene inverosimili da film di gangster. La produzione all’epoca ci disse che il copione non poteva essere stravolto perché già venduto, trovammo dei compromessi sull’eliminazione di numerose canzoni neomelodiche, sull’uso di comparse filtrate dalle associazioni e sul ricorso a catering e servizi “puliti”. A nostro avviso però resta la mitizzazione del camorrista e una spettacolarizzazione della criminalità legata al territorio: Scampia sarà il luogo del male per altri dieci anni, si parla già di una seconda fiction nonostante la prima non sia ancora stata messa in onda”.  

Continua: “Per controbilanciare il danno Sky, tuttavia, ha realmente investito sul territorio con la realizzazione di un laboratorio cinematografico e trasmetterà cinque cortometraggi positivi su Gelsomina Verde, la squadra AfroNapoli, le realtà contro il biocidio e altre forze positive del quartiere come il comitato per l’abbattimento delle Vele”. I cortometraggi dovrebbero essere presentati a Napoli prima della messa in onda di Gomorra, intorno al 26 aprile.

La diffusione dei corti dovrebbe avvenire sugli stessi canali della serie tv Gomorra che “per realismo e messa in scena non ha precedenti e che ha trasformato Napoli in un set cinematografico” rende noto la produzione in un’altra clip promozionale. Questi i numeri del progetto: 12 puntate già vendute in tutto il mondo, 2 anni di lavoro, 225 attori e centinaia di comparse, 156 location. “Siamo partiti dal romanzo di Saviano per sviluppare la serie – spiega il regista Stefano Sollima – ma abbiamo recuperato il materiale non utilizzato nel libro. La struttura è ispirata a fatti veri, è la storia di una famiglia criminale che si dipana nell’arco di 4-5 anni con diverse successioni al comando di questo clan“.

“Inevitabilmente – aggiunge Chiara Ciccarelli del centro Mammut di Scampia – sono operazioni pericolose e ci saranno ripercussioni negative sul quartiere. I ragazzi con cui lavoriamo ogni giorno riproducono, infatti, gli atteggiamenti visti in fiction come Gomorra e in altre serie tv che trattano di mafia e camorra, che finiscono quindi col danneggiare il nostro impegno. Nel caso di prodotti di qualità, c’è la possibilità di veicolare i messaggi in maniera corretta ma il risultato finale rischia comunque di trasformarsi in un boomerang. Come educatrice mi dispiace che la fiction sia stata girata a Scampia, anche se capisco che l’arrivo di una troupe costituisca in ogni caso un’occasione economica e professionale per molti: alcuni ragazzi del Mammut, infatti, hanno partecipato alle riprese, avendo la possibilità di misurarsi con realtà professionali. Il problema di fondo è che c’è una deformazione generale nel sistema che ha quasi bisogno di calcare i mali delle periferie. Finché Scampia subirà la polarizzazione di bene e male non potrà uscire dallo stereotipo di periferia degradata controllata dalla camorra. Eppure il quartiere è pieno di risorse”. 

Fonte Repubblica.it

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2 Commenti

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  • Non lo guarderò e non lo farò guardare ai miei figli neanche sotto tortuta. Ancora oggi i ragazzi guardano il film Il camorrista con venerazione. Smettete di mitizzare la camorra.

  • E’ un fiction, che evidenzia non solo l ascesa ma anche la fine di quel mondo immaginario, come romanzo criminale che poi finiscono tutti ammazzati e tutti nel peggiore dei modi, eppure non e’ che avete rotto tanto i coglioni sui personaggi della banda della magliana, fatela finita di fare gli occhi non vede cuore non duole, volete che tutti si girino dall’ altra parte e poi vi lamentate che nessuno vi aiuta, aiutateci, ma fatevi i fatti vostri, ma non c’e’ logica ne coerenza, se l idiota si identifica nel cattivo, allora cominciate a censurare anche tutti i film d azione americani e stranieri, lobotomizzate la gente con i caroselli, ma poi non lamentatevi quando questi nell’omerta fanno lo schifo piu’ totale, perche’ la gente c’e’ morta per parlare della camorra, della mafia, per mettere questo schifo in evidenza, e sta gente di monnezza ha regnato grazie alla stessa omertà della gente che preferiva non parlare, è una fiction di denuncia sociale, accendete il cervello per favore.

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